Arrivano a Cannes i registi Nuri Bilge Ceylan e Radu Mihaileanu con piccole storie di steppa e deserto, dall'Anatolia al Maghreb. Ritorna Kusturica, presidente della sezione “Un certain regard”. Il nuovo cinema bulgaro e rumeno si presenta con due inconsuete storie d'amore che sfociano nel Mar Nero
La “solita” Romania, il ritorno del miglior talento del cinema turco contemporaneo e la Bulgaria per una volta alla ribalta. Il 64° Festival di Cannes, che inizia mercoledì per eleggere le Palme domenica 22 maggio, si presenta tra certezze e novità. Tra i 20 film in gara (l'Italia presenta “Habemus Papam” di Nanni Moretti e “This must be the Place” di Paolo Sorrentino) ci sono il turco Nuri Bilge Ceylan con “Bir Zamanlar Anadolu'da - Once upon a time in Anatolia” e il franco-romeno Radu Mihaileanu con “La source des femmes - The Source”.
Il sesto film del regista di “Nuvole di maggio” (1999), “Uzak – Lontano” (Gran premio della giuria a Cannes nel 2003), “Iklimler – Il piacere e l’amore” (premio Fipresci a Cannes 2006) e “Üç Maymun - Le tre scimmie” (Palma come miglior regista a Cannes 2008), è una coproduzione tra Turchia e Bosnia. La trama, una vicenda situata in un piccolo Paese, sulla carta è scarna, ma Ceylan ha abituato la platea a scavi psicologici e a visioni non ordinarie.
Anche l’autore di “Train de vie” e “Il concerto” è al suo sesto lungometraggio. Si tratta di una coproduzione tra Francia, Belgio, Italia e Marocco con Leila Bekhti e Hafsia Herzi (la protagonista di “Cous cous”). Racconta, sulla falsariga di “Absurdistan” (2008) del tedesco Veit Helmer, una guerra dell'acqua in un remoto villaggio del Nord Africa. Le donne iniziano uno sciopero del sesso affinché gli uomini non le mandino più a cercare acqua in un pozzo lontano. Mihaileanu, regista viaggiatore che ha scelto sempre luoghi diversi per le sue storie, è maestro nell’usare la fantasia (spesso con l’espediente dell’inganno e del raggiro) per affrontare temi scontati, siano attuali o del passato.
Un certain regard
Al festival ci sarà anche Emir Kusturica in qualità di presidente di giuria della sezione “Un certain regard”. Tra le opere sottoposte al suo giudizio “Loverboy” del regista rumeno Catalin Mitulescu, rivelatosi con “Come ho trascorso la fine del mondo” e poi sceneggiatore di “Eu cand vreau sa fluier, fluier – Se voglio fischiare, fischio” di Florin Serban. Sono proprio gli interpreti della pellicola di Serban, George Pistereanu e Ada Condeescu, i protagonisti di “Loverboy”. Girato d’estate a Constanza tra le rive del Mar Nero e quelle del Danubio, racconta la storia di un primo amore, molto pericoloso.
Quinzaine e Semaine
Tra i 21 selezionati della Quinzaine des realisateurs c’è “The Island” di Kamen Kalev, una coproduzione tra Bulgaria e Svezia. È la storia di due trentenni innamorati, Sophie e Daneel, che da Parigi partono verso la Bulgaria avventurandosi in un viaggio, che li condurrà fino a un’isola sperduta del Mar Nero. Lì si confronteranno con il loro passato. L’altro film bulgaro, “Ave” di Konstantin Bojanov, partecipa alla Semaine de la critique, sezione riservata alle opere prime con la giuria presieduta dal coreano Lee Chang-dong, regista di “Poetry” (2010).
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