One belt one road route map © YIUCHEUNG/Shutterstock

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Dopo secoli di oblio, la via della seta torna a far parlare di sé, fra progetti, remore e aspettative. Merci, persone ed energia passano lungo i corridoi che attraversano l’Asia e l’Europa

05/03/2024 -  Marilisa Lorusso

La via della seta, una storica rete di rotte commerciali, fiorì intorno al II secolo a.C. e perdurò fino al XIV secolo d.C. Collegava oriente e occidente, agevolando lo scambio di merci, cultura e idee lungo un’ampia area che comprendeva Asia, Medio Oriente ed Europa. La rotta si espanse ed evolse, includendo via via rotte sia terrestri che marittime.

Gradualmente cadde in declino per diverse ragioni, tecnologiche, storiche, politiche. Con l’avanzamento dell’esplorazione marittima, specialmente con la scoperta di nuove rotte marittime verso l’Asia, il trasporto di merci per mare divenne più efficiente ed economico.

Lo sviluppo di navi più grandi e più adatte alla navigazione oceanica rese il commercio marittimo più competitivo. Con l’avvento delle rotte marittime durante l’età delle esplorazioni le rotte via mare divennero più lucrative rispetto alla faticosa e pericolosa via della seta terrestre. Questo cambiamento ri-orientò il commercio globale. Inoltre l’ascesa e la caduta di imperi e stati lungo i suoi tracciati generarono instabilità politica. Invasioni e conflitti interruppero il flusso commerciale, rendendo la rotta meno sicura, soprattutto in concomitanza con grandi processi come la caduta dell’Impero Romano, le conquiste arabe e le invasioni mongole.

Questi fattori contribuirono collettivamente al graduale declino della via della seta, segnando la fine di un’era in cui le rotte commerciali terrestri svolgevano un ruolo centrale nel commercio globale e nello scambio culturale.

La via della seta 2.0

Analoghi fattori, ma di senso opposto, stanno riportando in auge la necessità di un passaggio terrestre fra Asia ed Europa.

I cambiamenti tecnologici hanno reso gli spostamenti terrestri o integrati terrestri-marittimi molto veloci e sicuri. Per spostamenti di beni oggi si intende sia merci che energia (un bene essenziale ma ignorato nella vecchia via della seta) per cui si possono intendere vie su ruota, su rotaia ma anche condotti come oleodotti e gasdotti, che possono correre longitudinalmente lungo estesi spazi o reti elettriche integrate. Le rotte via terra sono lucrative e sicure: permettono sia di superare i colli di bottiglia di alcuni punti della navigazione che il fenomeno della pirateria .

È anche cambiato il quadro dei paesi sulla vecchia via della seta. Il crollo dell’Unione Sovietica e l’interesse delle ex repubbliche sovietiche ad integrarsi nell’economia globale ha reso accessibili le antiche rotte, o rotte oggi percorribili grazie a tecnologie competitive rispetto ai tempi della navigazione.

A occidente, dopo che la Seconda guerra mondiale, la fine del periodo coloniale e periodi di protratta occupazione con significative flessioni di indicatori economici avevano rischiato di spazzare via intere economie europee, la nascita di un mercato integrato ha reso possibile una continuità di potere di acquisto, di investimento e di consumo di circa mezzo miliardo di persone.

Ad oriente la crescita cinese, la più veloce registrata nella storia dell’umanità, ha immesso sul mercato globale un agente economico fortemente interessato a trovare mercati sbocco per la propria produzione, in grado di sostenere questa vertiginosa crescita.

Altri due fattori si sono aggiunti: la nuova assertività di realtà socio-economiche in espansione come quella turca, e la guerra in Ucraina, che ha costretto a ripensare l’opportunità di utilizzare la Russia come paese di transito. Ma ancora prima delle sanzioni, prima degli interrogativi su come gestire i rapporti con la Russia, vari segmenti della vecchia via della seta erano emersi con proposte su come riattivare una delle arterie di comunicazione planetaria, facendola emergere dalla sabbia del passato, adattata alle condizioni presenti.

Le vie Europa-Asia

Come in passato, vari attori hanno proposto in verità un sistema complesso di rami, non un’unica strada.

L’antica via della seta, con i suoi rami passanti per Siria e Iran non è oggi un percorso auspicabile.

Nel 1993, è partito da Bruxelles il progetto TRACECA acronimo del Corridoio di Trasporto Europa-Caucaso-Asia, che pone particolare enfasi sulla regione del Caucaso.

Spaziando in Europa, nel Caucaso e in Asia centrale, il corridoio mira a collegare il Mar Nero, il Mar Caspio e il Mar Mediterraneo coinvolgendo paesi come Bulgaria, Romania, Georgia, Azerbaijan, Kazakistan, tra gli altri.

TRACECA è strategicamente concepito per stabilire un trasporto unificato che integra diverse modalità tra cui rotte marittime, ferroviarie, stradali e aeree. Il progetto prevede iniziative di sviluppo infrastrutturale finalizzate al miglioramento e alla modernizzazione delle infrastrutture compresi la costruzione e l'ampliamento di strade, ferrovie, porti e aeroporti per facilitare un movimento transfrontaliero senza intoppi.

Un obiettivo primario è potenziare il commercio internazionale riducendo i costi di trasporto, ottimizzando la logistica e semplificando le procedure doganali e di confine. Ciò, a sua volta, è previsto favorisca una maggiore cooperazione economica e sviluppo tra i paesi partecipanti. Il quadro operativo di TRACECA ruota attorno a un modello collaborativo che include la partecipazione attiva di governi, organizzazioni internazionali e il settore privato. Oltre al trasporto il corridoio integra componenti focalizzate su energia e turismo.

La Cina ha invece lanciato nel 2013 la nota One Belt, One Road (OBOR), nota anche come Belt and Road Initiative (BRI) . Questa iniziativa si articola attorno a due componenti principali, la Silk Road Economic Belt, segmento terrestre incentrato sulla connessione attraverso le regioni dell'Asia centrale, del Medio Oriente e della Russia e la 21st Century Maritime Silk Road. Questa vasta rotta si estende dal Sud-est asiatico, al Sud-Asia, all’Africa e all’Europa, promuovendo il commercio marittimo e la cooperazione economica. Anche questo progetto articolato prevede grandi investimenti per la costruzione e il miglioramento delle infrastrutture.

L’iniziativa OBOR ha ricevuto sia elogi che critiche: i critici esprimono preoccupazioni per la sostenibilità del debito, le implicazioni geopolitiche e i potenziali impatti ambientali, mentre i sostenitori la considerano una forza trasformativa per lo sviluppo e la cooperazione globali. Dopo una iniziale adesione, l’attuale governo italiano ha abbandonato il progetto della Silk Road.

Un recente studio della Banca Mondiale ha destato maggiore attenzione sul Middle Corridor. L'iniziativa del Middle Corridor pone il focus sulla massa continentale eurasiatica incluso il Caucaso. È un tracciato che offre un percorso alternativo a quello marino e potenzia la diversificazione nelle reti commerciali globali. L’iniziativa promuove un’integrazione più stretta tra i paesi lungo il corridoio, la collaborazione in settori come procedure doganali, gestione delle frontiere e quadri normativi. I paesi interessati, in particolar modo il Kazakistan, ma anche la Georgia, si stanno muovendo con una rinnovata energia vedendo in questo progetto la possibilità di promuovere la crescita economica, la creazione di posti di lavoro, il potenziamento delle infrastrutture locali, ma anche l’incremento della propria rilevanza strategica.


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