Non votare più per il diavolo che conosci?
8 marzo 2021
Nel sud-est Europa gli appuntamenti elettorali vengono spesso percepiti come mera formalità democratica per – di fatto - confermare alla guida sempre le stesse élite. Secondo le ricercatrici Tena Prelec e Jovana Marović – autrici per conto di BiEPAG del report No longer voting for the devil you know? - le ultime elezioni tenutesi nella regione mettono però in discussione questa convinzione.
In Montenegro, dopo 30 anni di potere, Milo Đukanović è uscito sconfitto alle parlamentari dello scorso agosto. Ma lo status quo è stato sovvertito anche altrove: nelle amministrative tenutesi in Bosnia Erzegovina nel novembre 2020 i cittadini di molti comuni hanno premiato candidati non espressi dai principali partiti etnici. Anche in Kosovo l'affermazione di Vetëvendosje irrompe negli equilibri che si erano radicati negli anni del dopoguerra.
Le due ricercatrici hanno realizzato un ampio sondaggio su un campione di cittadini in tutti i sei paesi dei Balcani Occidentali. Il loro obiettivo è stato quello di cercare di capire se questi cambiamenti sono di lungo periodo e se gli elettori sono consapevoli di queste nuove sfide legate al processo elettorale. Per farlo si sono concentrate su tre temi principali: fiducia o meno che i processi elettorali possano portare cambiamenti; attitudine nei confronti dei partiti politici di opposizione e dei loro metodi; l'opinione espressa sulla possibilità del voto all'estero.
La ricerca è consultabile in lingua inglese a questo link .
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