Pubblicati i risultati di una prima rilevazione dell'UNEP in Bosnia Erzegovina
Una storia che doveva essere dimenticata per sempre. Quella dell'uranio impoverito e della sua presenza nei Balcani. Sono trascorsi esattamente due anni da quando è emersa la notizia di alcuni militari italiani ammalatisi di diversi tipi di tumore, dopo aver trascorso un periodo in Bosnia Erzegovina.
Tanto rumore per nulla, subito dopo si disse che i tumori non c'entravano niente con l'uranio e con la Bosnia.
La commissione delle Nazioni Uniti per l'ambiente (UNEP) nel frattempo ha aperto una indagine, una lunga ricerca per capire se le munizioni sparate durante i raid della NATO contro i Serbo Bosniaci nel giugno 1995 siano ancora pericolose per la popolazione.
Proprio in questi giorni, cioè due anni dopo il grande clamore, l'UNEP rende pubblica la sua ricerca. L'organizzazione ha registrato la presenza di uranio impoverito in 18 località della Bosnia ed Erzegovina - sei nella Federazione e 12 in Republika Srpska.
I primi a reagire a questo rapporto sono stati i rappresentanti della Protezione civile federale della Bosnia Erzegovina (PCF) che hanno convocato subito, il 6 gennaio scorso, una conferenza stampa a Sarajevo. Il direttore della PCF, Alija Tihic, ha dichiarato di ritenere la situazione sotto controllo, spiegando di avere già formato un comitato per le ricerche sulla presenza di uranio impoverito. In Bosnia siamo abituati ad avere tutti i comitati separati, ma in questo caso non dobbiamo ripetere la vecchia regola secondo la quale vanno fatti organismi separati e identici in Federazione e in Republika Srpska. In questo caso - ha dichiarato Tihic - ci occorre un comitato unico per tutta la Bosnia ed Erzegovina.(Dnevni Avaz, 07.01.2002)
E' anche vero che in passato era molto difficile indagare su questo caso, per la mancanza di dati. La SFOR e la NATO non hanno mai dato informazioni sui luoghi dove hanno operato, giustificando la questione come un segreto militare. E' stato solamente nel corso dell'anno passato che si sono riuscite ad individuare le duecento località dove la NATO ha scaricato le munizioni.
Tra quelle duecento ora ne sono state censite 18 nelle quali è stata rilevata la presenza di uranio impoverito. Adesso anche il governo Federale ha deciso di sostenere gli sforzi per scoprire le località con uranio, mettendo a disposizione speciali detector e aiutando il lavoro della squadra di esperti che ha già preparato un piano di decontaminazione. Queste attività continueranno fino a marzo, quando l'UNEP presenterà un dossier finale con tutte le analisi relative alla problematica dell'uranio impoverito in Bosnia ed Erzegovina.
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