Migrazioni, in Bulgaria aumentano arrivi e push-back
8 settembre 2023
Nel 2022, secondo il Comitato Helsinki bulgaro, sul confine bulgaro-turco sono stati registrati almeno 5270 “push-back”, respingimenti illegali di migranti che tentavano di entrare in Bulgaria dalla vicina Turchia.
In tutto, ad essere respinte al confine l’anno scorso sarebbero state 87650 persone. Tutti dati estremamente parziali ed incompleti, che fanno intendere che i numeri reali siano significativamente più alti.
Il trend però è piuttosto chiaro: nel 2021 i push-back registrati dall’organizzazione si erano fermati a 2510, con circa 45000 persone coinvolte, quasi la metà. E nel 2020, i migranti respinti erano stati poco più di 15.000.
A fare un quadro dettagliato su migrazioni, diritti negati e politiche di gestione dei confini è un lungo reportage del sito “InfoMigrants” , i cui reporter hanno visitato la Bulgaria durante l’estate appena trascorsa, conversando con giornalisti, attivisti e specialisti nell’ambito sociale e legale.
Il quadro che ne emerge è piuttosto preoccupante: il raddoppio del numero dei push-back fa da eco al forte aumento del flusso migratorio che dalla Turchia si dirige verso la Bulgaria. Un fenomeno che – come vasi comunicanti – riguarda a stretto giro anche la vicina Grecia.
Le nuove e più severe politiche messe in campo dal governo ellenico di destra, sembrano infatti aver spostato una parte significativa dei migranti provenienti dalla Turchia – soprattutto da paesi come Afghanistan, Siria e Marocci – verso il confine bulgaro.
Una pressione che ha fatto registrare un forte aumento degli incidenti e delle denunce di violenza nei confronti dei migranti da parte delle forze di polizia bulgare, che sarebbero arrivate ripetutamente all’uso di armi da fuoco. Accuse però sempre respinte dalle autorità di Sofia.
Oltre alla cultura di impunità verso i tutori dell’ordine, il problema sarebbe però indirettamente esasperato anche dalla volontà della Bulgaria di “dimostrare” di essere in grado di gestire i propri confini per poter finalmente accedere alla zona Schengen, un obiettivo che il paese persegue – senza successo – fin dal suo ingresso nell’Unione europea nel 2007.