Per l'inaugurazione del nuovo stadio di Grozny, capitale della Cecenia, previsto l'arrivo di grandi ex del calcio internazionale. E non è una novità, in questa martoriata regione del Caucaso. Quando il calcio non è sport ma propaganda
Diego Maradona, Franco Baresi, Alessandro Costacurta, Christian Vieri, Luis Figo, Ivan Zamorano, Roberto Ayala, Jean-Pierre Papin, Fabien Barthez... questi solo alcuni dei nomi delle stelle del calcio mondiale che scenderanno in campo l'11 maggio a Grozny, in Cecenia, secondo quanto comunicato dalla stessa presidenza cecena. L'occasione è l'inaugurazione del nuovo stadio della capitale cecena, struttura da 30.000 posti costruita secondo tutti gli standard internazionali della Fifa con una speranza: ospitare alcuni degli incontri dei mondiali di calcio del 2018 che avranno luogo proprio in Russia.
Poco importa che Grozny non sia tra le tredici città incluse nella candidatura di “Russia 2018” approvata dalla federazione calcistica internazionale. A Kadyrov piacciono le sfide impossibili. Come ha dimostrato anche il mese scorso nei primi annunci relativi alla cerimonia di inaugurazione del nuovo stadio intitolato a all'ex-presidente ceceno Akhmat Kadyrov, padre di Ramzan. L'ufficio stampa del presidente ceceno, infatti, dava per confermata la presenza di Zinedine Zidane, mentre si parlava di negoziati per avere Michelle Platini e l'intera squadra della Juventus (le alternative presentate erano Barcellona e Manchester City). Zidane ha subito smentito, mentre la società bianconera ha reagito con un comunicato in cui si ricordava che in quella data la squadra era impegnata nel posticipo di campionato con il Chievo Verona (l'evento era inizialmente pianificato per il 9 maggio).
La scelta è così caduta su giocatori che per la maggior parte hanno abbandonato il calcio giocato da qualche anno. Si tratta però di vere e proprie leggende del calcio, grandi campioni che hanno fatto la storia di questo sport.
Romario e Bebeto
In Cecena l'arrivo di vecchie glorie del calcio mondiale non è più una novità. Lo scorso 8 marzo una selezione di storici giocatori brasiliani aveva sfidato una squadra capitanata dallo stesso presidente Ramzan Kadyrov. In campo c'erano, tra gli altri, Romario, Bebeto, Cafu, Dunga, Denilson, Zé Maria, André Cruz e Raì (assenti gli annunciati Ronaldinho, Kakà e Ronaldo), mentre in squadra con Kadyrov giocavano Lothar Matthäus e Ruud Gullit.
Secondo il sito russo gazeta.ru la partita, conclusasi con un punteggio di 6-4 in favore di quest'anomala seleção, sarebbe stata una totale farsa: era organizzata in due tempi da 25 minuti, ma il secondo è stato prolungato a 40 minuti per dare possibilità al “padrone” di casa Ramzan Kadyrov di segnare un goal, missione in cui è riuscito con un calcio di rigore (dopo averne sbagliati due in precedenza).
Raì, centrocampista del Brasile campione del mondo nel 1994, ha dichiarato di essere pentito della sua partecipazione a quella partita in un post pubblicato dopo il match sul suo blog. “Ho partecipato a un evento sfacciatamente politico e populista, senza considerarne le conseguenze”. Raì dice però di non averlo fatto per soldi. “Quello che ho guadagnato è più o meno quanto ricevo per tenere una conferenza di due ore a São Paulo. L'idea era quella di incontrare vecchi amici e fare una partitella a calcio.”
Ruud Gullit e Roberto Carlos
Ma i grandi nomi del calcio internazionale non passano per il Caucaso solo per eventi di questo tipo. Ruud Gullit, ex-pallone d'oro e storico centrocampista del Milan e della nazionale olandese, è attualmente allenatore del Terek Grozny, la squadra cecena che partecipa alla prima divisione russa. Roberto Carlos, storico terzino di Real Madrid e della nazionale brasiliana (ma con un passato anche all'Inter nella stagione 1995-1996), gioca attualmente nell'Anzhi Makhachkala, la principale squadra del Daghestan.
La fame di grandi nomi continua. Secondo la stampa russa, lo stesso Anzhi avrebbe offerto a Rino Gattuso un contratto da 10 milioni di euro a partire dal giugno 2012, alla scadenza del suo contratto con il Milan. In Caucaso potrebbe finire anche il duplice pallone d'oro Ronaldo: il Terek Grozny di Kadyrov avrebbe infatti offerto all'ormai ex attaccante brasiliano otto milioni di euro per un contratto da un anno e mezzo.
Propaganda
Calciomercato a parte, è chiaro quale sia il senso di incontri come quello pianificato per l'11 maggio che lasciano ben poco spazio al calcio giocato: legittimare la leadership di Ramzan Kadyrov in Cecenia.
La capitale cecena Grozny è stata ampiamente ricostruita grazie ai fondi di Mosca dopo le guerre che l'avevano devastata e cerca oggi di migliorare la propria immagine in Russia e all'estero. La situazione in Cecenia rimane però instabile, continuano gli scontri tra forze fedeli al governo di Mosca e ribelli, la disoccupazione è altissima (sopra il 40% anche secondo i dati ufficiali). Il presidente ceceno Kadyrov gode dell'appoggio del Cremlino e governa con pugno di ferro la regione, non esitando ad utilizzare ogni mezzo non solo per dare la caccia ai ribelli, ma anche per reprimere ogni forma di dissenso. Le principali organizzazioni internazionali per i diritti umani ritengono infatti che Kadyrov sia responsabile di uccisioni, torture e rapimenti su ampia scala che continuano ad avere luogo nella più totale impunità nella Cecenia “pacificata” da Putin e controllata dallo stesso Kadyrov. Dei crimini di Kadyrov aveva ampiamente parlato nei suoi libri e nei suoi articoli anche la giornalista Anna Politkovskaja, uccisa nell'ottobre 2006.
Non può quindi che sollevare qualche perplessità il fatto che grandi campioni del calcio italiano ed internazionale si prestino ad un evento propagandistico mirato a legittimare il governo di un uomo ritenuto colpevole di tali atrocità.
Tra qualche giorno, forse, sentiremo altre dichiarazioni di pentimento come quella pubblicata sul suo blog dal brasiliano Raì, che si era dichiarato dispiaciuto per la propria “ingenuità” e di non essersi informato per tempo sull'evento a cui avrebbe partecipato.
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