Armi croate ai ribelli siriani: polverone mediatico?
13 marzo 2013
"La Croazia non ha venduto né donato armi ai ribelli siriani". Con questa secca dichiarazione rilasciata ieri alla Tanjug il ministero della Difesa croato cerca di rimandare al mittente le notizie apparse nei giorni scorsi su media internazionali e locali.
Il caso era stato sollevato due settimane fa da un articolo apparso sul New York Times. Secondo "fonti ufficiali europee e statunitensi accreditate" le armi erano arrivate in Siria a dicembre dell'anno scorso, attraverso la Giordania. "L'Arabia Saudita ha finanziato un grande acquisto di armamenti di fanteria leggera dalla Croazia, poi utilizzati nella lotta contro il regime di Bashar al Assad" scrive il New York Times.
La notizia era stata subito respinta dal ministero degli Affari Esteri croato, attraverso le parole molto chiare del portavoce Danijela Barišić all'Agenzia stampa francese AFP: "Non è avvenuta alcuna transazione di questo tipo". Il quotidiano croato "Jutarnji List" ha affrontato il caso aggiungendo che un dato è certo: negli ultimi mesi si è registrato un intenso traffico aereo, di veivoli cargo giordani del tipo "Ilyushin II 76", in partenza dall'aeroporto Pleso di Zagabria.
Scrive il NYT: "Da gennaio di quest'anno armi di origine jugoslava sono comparse nelle mani dei ribelli siriani, come si vede nei video pubblicati su Youtube dalle forze di opposizione ad Assad". E continua: "...e fonti a conoscenza dei trasferimenti delle armi hanno dichiarato che si tratta in parte di armi di provenienza dai conflitti dei Balcani avvenuti negli anni '90".
Secondo il quotidiano americano, finora i portavoce dei paesi dell'Ue e degli USA hanno solo dichiarato che si tratta di "questione molto sensibile". Mentre i governi di Arabia Saudita e Giordania tacciono.
Intanto lo scorso 1° marzo "The Guardian" ha riportato la risposta del Generale Salim Idris, capo di stato maggiore del Consiglio militare supremo ribelle della Siria, data all'agenzia Associated Press alla domanda sulle armi di origine croata: "E' una notizia falsa (...) le uniche armi che stiamo usando le abbiamo acquisite all'interno della Siria o confiscate all'esercito siriano".
Il giorno seguente, il premier croato Zoran Milanović ha dichiarato che i militari croati in missione nelle fila dei caschi blu ONU che operano sulle alture del Golan - al confine tra Israele e Siria – verranno pian piano riportati in patria: la notizia sulla vendita di armi ne ha "minato la sicurezza".
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa.
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