Le istituzioni europee e gli stati membri devono fare di più per proteggere i bambini rifugiati e migranti. È la richiesta di 78 agenzie presenti al Forum Europeo sui diritti dei minori
“Le Istituzioni europee e gli Stati Membri devono fare di più per proteggere i bambini rifugiati e migranti”. È quanto si sostiene in una dichiarazione firmata da 78 agenzie, fra cui l’UNICEF e Save the Children, lo scorso 30 novembre in occasione dell’inizio del 10° Forum Europeo sui diritti dei minori organizzato a Bruxelles dalla Commissione europea.
La crisi migratoria europea entrerà presto nel suo terzo anno, i bambini saranno sempre più numerosi e l’impatto sulle loro vite sarà ancora più tragico. Fra gennaio 2015 e settembre 2016, più di 664.500 bambini hanno richiesto asilo in Europa; quest’anno, in Italia, su 10 minori arrivati, 9 erano non accompagnati; in Grecia per 23.000 bambini il futuro continua a rimanere in bilico, così come il loro accesso all’istruzione.
Si stima che, solo quest’anno, più di 700 i bambini siano morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. La scorsa settimana, un bambino di sei anni è morto in un incendio nel campo Moria sull’isola greca di Lesbo.
Il fallimento delle azioni per rendere prioritaria la protezione dei minori “preoccupa fortemente” l’UNICEF e Save the Children, perché “in questo modo i bambini sono esposti ancora di più a rischi”. Secondo le Agenzie “si è fatto troppo poco per rispondere ai particolari bisogni di questi minorenni. I bambini in Svezia, per esempio, rimangono spesso fino a un anno in attesa dell’udienza per la loro richiesta d’asilo. I bambini bloccati in Grecia, in media, sono rimasti fuori dal percorso scolastico per 20 mesi. Sono tanti coloro che devono aspettare oltre un anno per raggiungere i membri della propria famiglia in altri stati dell’UE – un ritardo pericoloso, che può provocare la scomparsa di alcuni bambini o che finiscano nelle mani dei trafficanti”.
L’Unione Europea e gli Stati Membri, quindi, “possono fare molto di più per proteggere i bambini e rispondere ai loro particolari bisogni”. Rivolgendosi al Forum, le associazioni per la tutela dei diritti dei bambini invitano a “intraprendere azioni concrete, a definire una leadership, dedicare risorse economiche pubbliche e concordare quadri strategici che definiscano gli obiettivi e misurino i progressi, ricordando che i bambini non si proteggono da soli”.
Le 78 organizzazioni partner identificano 7 azioni prioritarie per proteggere i bambini migranti e rifugiati oggi e aiutarli ad affrontare il loro futuro. Fra queste azioni: l’adozione urgente di un piano d’azione europeo per i minori migranti, tutele rafforzate per i bambini nella legislazione in tema di asilo, maggiori finanziamenti per i sistemi nazionali di protezione dei minori e la creazione di meccanismi per proteggere i bambini ai confini.
Le agenzie sostengono che “fino ad ora, le azioni a livello europeo sono state sporadiche e insufficienti. Risulta quindi necessaria un’azione a tutto campo per i minori migranti, che mette insieme tutte le autorità responsabili e incoraggi gli Stati a raccogliere e diffondere i dati in modo più efficiente. La riforma del sistema europeo comune di asilo, attualmente in corso di dibattito al Parlamento Europeo, offre un’opportunità unica per assicurare ai bambini l’accesso a tutori legali, istruzione e ricongiungimento familiare. L’azione dell’Unione Europea è inoltre necessaria per porre fine alla detenzione di bambini migranti e rifugiati e per l’individuazione di alternative valide”.
Molti di questi bambini “cresceranno e diventeranno cittadini europei. Dovrebbero essere considerati prima di tutto bambini, a prescindere dal loro status di migranti”. Per questo “gli Stati devono investire su di loro e metterli nelle condizioni di poter sviluppare il proprio potenziale per partecipare appieno alla vita delle comunità”.
Al meeting sono intervenuti la commissaria europea alla giustizia Vera Jourova, il commissario alla migrazione Dimitris Avramopoulos e l’altra co-presidente dell’intergruppo, Anna Maria Corazza Bildt. Tra gli interventi anche quello di Caterina Chinnici, co-fondatrice e co-presidente dell’intergruppo europarlamentare per i diritti dei minori. L'eurodeputata ha lanciato un forte appello a tutti gli stati membri: "I minori migranti attendono una risposta dagli stati membri dell’UE, e sebbene la tutela dei loro diritti sia una questione articolata, la risposta è semplice: maggiore volontà politica. A tutti i minori, migranti inclusi, dovrebbero sempre essere garantiti i diritti sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, ma c’è un deficit di solidarietà e questo è inaccettabile".
"I bambini migranti sono portatori di diritti ai quali va data concretezza fin dal momento della prima accoglienza – ha aggiunto l’eurodeputata di S&D – e, per esempio, è a loro che deve essere attribuita priorità in materia di ricollocamento, ricongiungimento familiare e richieste di asilo. Il tempo per i bambini ha un valore diverso. Preoccupa il fatto che nella proposta di revisione del regolamento di Dublino non sia stata ascoltata la Corte europea di giustizia e sia quindi rimasto invariato il criterio di individuazione dello stato membro in cui va presentata la richiesta di asilo. Un criterio non in linea col principio del superiore interesse del minore e che continuerà a favorire la scomparsa di bambini e ragazzi, inevitabilmente esposti, così, al rischio di violenze, abusi e sfruttamento".
"Occorre che i minori migranti, soprattutto quelli giunti in Europa senza familiari o altre persone che ne abbiano la responsabilità – ha aggiunto Caterina Chinnici – siano identificati con procedure non invasive ma comunque efficaci, altrimenti non è possibile proteggerli. E inoltre dobbiamo essere capaci di ascoltarli, dobbiamo conoscere la loro opinione prima di assumere decisioni destinate a dare un indirizzo al loro sviluppo e alla loro vita. Per rendere effettivi i loro diritti è certamente utile anche lo scambio di buone prassi, e l’Italia ne ha più di una, da ultima la legge sull’accoglienza dei minori migranti attualmente all’esame del parlamento".