Con i fondi stanziati dalla politica di coesione, l’Ue ha aumentato sensibilmente gli investimenti per aumentare la produzione di energia rinnovabile, fornendo così un aiuto significativo agli stati membri nel raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione
L'Unione Europea ha fissato l'ambizioso obiettivo di ridurre le proprie emissioni di CO2 fino a raggiungere la piena neutralità climatica entro il 2050. Questo proposito, che renderebbe l’Europa il primo continente a raggiungere la neutralità climatica, appare però ancora lontano, e l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha ricordato che per quanto le emissioni siano in diminuzione, l’Ue è in ritardo sulla tabella di marcia per quanto riguarda gli obiettivi di medio termine del 2030.
La produzione di energia nell’Unione Europea
Andando ad osservare i dati forniti da Eurostat sulla disponibilità di energia nell’Ue a seconda del tipo di fonte, è possibile notare come in Ue circa il 70% dell’energia è ancora prodotta da fonti di energia fossile, come carbone, gas e petrolio, sebbene negli ultimi anni le fonti rinnovabili siano aumentate, passando dal 4.8% del 1990 al 18.1% del 2022. Fra i vari stati membri dell’Unione, solo l’Estonia produce la maggioranza assoluta del proprio fabbisogno energetico tramite fonti rinnovabili, con circa il 62.9%.
Secondo un recente studio, l’Ue avrebbe la possibilità di produrre ulteriori 12.500 terawattora all’anno tramite fonti rinnovabili, pari al 78% del totale dell’energia dell’Unione nel 2022 e superiore a quanto viene prodotto dai combustibili fossili. In particolare, sono le zone rurali di paesi come Spagna, Romania, Francia, Portogallo e Italia che offrono notevoli opportunità di espansione della produzione di energia rinnovabile. Ad esempio, gli impianti fotovoltaici a terra in queste regioni potrebbero contribuire in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi dell'Ue in materia.
Vista la sempre più pressante necessità che l’Europa ha di abbandonare le fonti di combustibili fossili, sia per realizzare gli obiettivi ambientali di medio e lungo periodo che per affrancarsi dalla dipendenza per i rifornimenti di combustibili fossili da fornitori extraeuropei, spesso governati da regimi politici non democratici, l’Ue e i suoi membri hanno bisogno di ingenti finanziamenti nei prossimi anni.
I fondi della coesione per le rinnovabili
Per sostenere la transizione energetica l'Ue ha stanziato ingenti finanziamenti attraverso la sua politica di coesione, pari a oltre 118 miliardi di euro per il periodo di programmazione 2021-2027. Questi finanziamenti sono specificamente indirizzati a progetti di azione per il clima e energia rinnovabile, in linea con il più ampio impegno dell'Ue per il Green Deal europeo, e sono sensibilmente aumentati rispetto al passato.
Se infatti nel periodo di programmazione finanziaria 2014-2020 l’Ue aveva allocato circa 5.9 miliardi di euro solo per l’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile, nel settennato 2021-2027 i fondi a disposizione sono quasi raddoppiati e ammontano a oltre 10 miliardi di euro. Di questi, circa 4.6 miliardi di euro, ovvero il 45% del totale dei fondi per le rinnovabili, saranno investiti in installazioni capaci di generare energia solare. Fra le altre fonti di energia rinnovabile finanziata vi sono l’energia eolica, la biomassa, l’energia marina e altri tipi di energie rinnovabili fra cui quella geotermica.
Tra i vari stati membri, però, le risorse sono distribuite in maniera molto diversa.
Il paese che riceve più stanziamenti per la produzione di energia rinnovabile è la Spagna, con quasi 2.8 miliardi di euro. Seguono la Polonia, con poco più di 2 miliardi, e l’Italia, per cui sono stati stanziati più di 970 milioni di euro in totale, e 701.3 milioni di euro solo per installazioni di impianti fotovoltaici. I paesi che riceveranno meno fondi saranno la Svezia (3.3 milioni), il Lussemburgo (4.7 milioni), e Malta (6.6 milioni).
Questi fondi già in passato sono stati indirizzati allo sviluppo di infrastrutture per le energie rinnovabili, comprese le reti di trasmissione e distribuzione, le strutture di stoccaggio e la creazione di parchi eolici, impianti solari, impianti a biomassa e altre iniziative energetiche ecocompatibili. Agli stati membri toccherà fare in modo che gli stanziamenti vengano sfruttati appieno.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Energy4Future" cofinanziato dall’Unione europea (Ue). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Energy4Future"
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