Mappa della Georgia - © Tudoran Andrei/Shuttesrtock

© Tudoran Andrei/Shuttesrtock

Si conclude un anno non facile nelle relazioni fra la Georgia e i secessionisti di Abkhazia e Ossezia del sud, supportati dalla Russia. Il quadro regionale è ostile a forme di distensione, la negoziazione ristagna e gli incidenti anche letali sono in aumento

28/12/2023 -  Marilisa Lorusso

La 59ª sessione dei Colloqui Internazionali di Ginevra - che dovrebbero portare a una soluzione pacifica del contenzioso fra Georgia e secessionisti - si è svolta in Svizzera il 5-6 dicembre 2023. I copresidenti hanno pubblicato un comunicato stampa  che recita: "[…] La sessione si è svolta in due gruppi di lavoro che si sono incontrati in parallelo su questioni di sicurezza e umanitarie, come di consueto. È stata la terza sessione di quest’anno, in un contesto regionale e geopolitico particolarmente difficile. […] con crescente tensione lungo la linea amministrativa dell’Ossezia del Sud. È stato ampiamente discusso l'episodio di scontro a fuoco fatale del 6 novembre 2023, con scambi estesi tra i partecipanti su modi per prevenire la ripetizione di incidenti simili. La questione degli sfollati e dei rifugiati non ha potuto essere discussa a causa dell'abbandono da parte di alcuni partecipanti. […] È stato concordato di tenere la prossima sessione nell’aprile 2024". I colloqui di Ginevra si sono fatti più rari dall’inizio della guerra, ma continuano, e i partecipanti paiono interessati affinché questo strumento negoziale non scompaia, anche se sono molte sessioni che non si vedono risultati concreti.

Commentando la 59esima sessione, i rappresentanti georgiani hanno sollevato preoccupazioni su sicurezza e questioni umanitarie derivanti dalle azioni della Russia nelle regioni occupate, con le truppe russe che restano in violazione dell'accordo di cessate il fuoco che il Cremlino aveva sottoscritto. Particolare enfasi è stata posta sull'omicidio di Tamaz Ginturi da parte delle forze di occupazione russe. La parte georgiana ha inoltre sottolineato l’urgente necessità di un ritorno sicuro e dignitoso degli sfollati interni e dei rifugiati dai territori occupati alle loro case.

Per Russia e secessionisti

Molto diversa la lettura della sessione e del quadro del 2023 del Caucaso per la Russia. Mosca definisce i colloqui di Ginevra “sulla Transcaucasia ”, continuando a riferirsi al Caucaso meridionale come regione definita in base alla sua posizione rispetto alla Russia, e quindi l’oltre Caucaso, appunto. Durante la sessione la parte russa ha sottolineato la necessità di contatti continui tra Tbilisi, Sukhumi e Tskhinvali per lavorare verso un accordo giuridicamente vincolante sul non uso della forza da parte della Georgia contro l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud.

Hanno inoltre discusso dell'avvio del processo di delimitazione e successiva demarcazione dei confini statali georgiano-abkhazi e georgiano-osseti del sud. La risoluzione sugli sfollati interni e sui rifugiati presentata ogni anno dalla Georgia all’Assemblea generale delle Nazioni Unite è secondo la Russia fonte di tensione, e ostacola la cooperazione sulle questioni umanitarie a Ginevra.

La mancanza di rappresentanza per l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud presso le Nazioni Unite - essendo stati largamente non riconosciuti a livello internazionale - secondo Mosca impedirebbe di portare avanti la discussione in altra sede, argomentazione secondo molti piuttosto pretestuosa. Per quanto riguarda l’impegno al non uso della forza, la Georgia ha già da anni fatto una dichiarazione formale in questa direzione. La questione di un accordo scritto implica una firma delle parti, che quindi si trasformerebbe in atto di riconoscimento politico.

La delegazione dell'Ossezia meridionale ha sottolineato  quelle che definisce provocazioni da parte georgiana e violazioni intenzionali dei confini, e ha sottolineato l'importanza di identificare la linea di confine per prevenire violazioni involontarie. L'Ossezia del Sud ha invitato la Georgia ad avviare la delimitazione e demarcazione congiunta del confine di stato.

Sono state sollevate preoccupazioni sull'approfondimento della cooperazione politico-militare tra Georgia e NATO, vista come una sfida alla stabilità regionale e una minaccia alla sicurezza dell'Ossezia del Sud. L’Ossezia ha sottolineato che mancano molti caduti all’appello e che Tbilisi non fornisce sufficienti risposte sulla sorte dei caduti della prima guerra d’Ossezia.

Quasi tutti i partecipanti all'incontro hanno confermato la necessità di riprendere il lavoro del meccanismo di prevenzione e risposta agli incidenti (IPRM) in Georgia come uno degli elementi importanti volti a garantire la sicurezza sul campo. La parte abkhaza ha avanzato proposte volte a ripristinare il funzionamento del meccanismo, istituito a Ginevra ed attualmente non funzionante nella parte abkhaza per ritiro dei secessionisti. La parte abkhaza ha rivolto attenzione al problema dell’isolamento internazionale e della libertà di movimento, esortando i rappresentanti dell'UE e degli Stati Uniti a prendere in considerazione il riconoscimento dei passaporti nazionali dell'Abkhazia come documenti di viaggio.

Si allunga la lista degli uccisi

La sessione di Ginevra - travagliata dalle discussioni del civile georgiano ucciso in Ossezia del Sud mentre andava in chiesa a pregare - si era appena conclusa quando sui social ha cominciato a trapelare la notizia di una nuova tragica uccisione. Il 9 dicembre, dalla pagina Facebook del movimento “Per l’Abkhazia” e poi man mano nelle fonti di informazioni ufficiali sono emersi i dettagli della morte di Temur Karbaia, 43enne georgiano.

Fermato per un controllo documenti nel centro della città di Gali, la polizia locale abkhaza avrebbe iniziato a insultarlo e picchiarlo davanti ai passanti. Successivamente è stato portato in ospedale, ma a causa della gravità delle ferite i medici non sono riusciti a salvarlo. Un pestaggio brutale: Kerbaia è arrivato con le ossa rotte, e la morte è stata causata da una emorragia interna.

Per questo reato, consumato davanti a numerosi testimoni, sono stati prima detenuti e poi rilasciati una decina di esponenti delle forze dell’ordine della polizia de facto abkhaza. La Georgia ha attivato i meccanismi della hot line, istituiti attraverso le discussioni di Ginevra, e si è attivata anche la missione dell’Unione Europea che dal 2008 monitora il cessate il fuoco.

Commentando l'omicidio, il presidente del Parlamento georgiano, Shalva Papuashvili, ha dichiarato : "Oggi [10 dicembre], in occasione della Giornata della protezione dei diritti umani, è particolarmente importante guardare all'occupazione che significa non solo la violazione dell'integrità territoriale della Georgia, ma soprattutto dei diritti umani nei territori occupati. Le mie condoglianze alla sua famiglia. Questo ci ha mostrato ancora una volta quanto sia importante porre fine all'occupazione il prima possibile". Dello stesso tono il tweet della Presidente Zourabishvili.

Il Difensore Civico ha sottolineato che la responsabilità per la violazione del diritto alla vita del cittadino georgiano ricade sulla Federazione Russa, in quanto è lo stato che realmente controlla il territorio occupato, e che i regimi di occupazione in Abkhazia e Ossezia del Sud non hanno ancora punito gli individui responsabili degli omicidi di Davit Basharuli, Giga Otkhozoria, Archil Tatunashvili e Irakli Kvarackhelia, e Tamaz Ginturi.


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