In Georgia, in particolare nelle zone rurali, il gioco d'azzardo è una piaga sociale. Ma le istituzioni ancora tardano a regolare il settore
(Pubblicato originariamente da Chai Khana )
Quando Elshan Gulmammadov, 28 anni, ha iniziato a giocare alle slot machine nella città georgiana di Marneuli, lo scorso anno, sperava solo di fare un po' di soldi in vista della nascita del suo secondo figlio e di divertirsi un po'. Ma è diventato una vittima del gioco d'azzardo.
Gulmammadov guadagna 10 lari al giorno (4 dollari) per 8 ore di lavoro a trasportare farina e pane nel villaggio di Kizilajlo, due ore di macchina ad ovest di Marneuli. Aveva ottenuto un prestito di 2500 lari (1010 dollari) per coprire le spese del lieto evento in famiglia ma il debito andava ripagato.
Non è facile dove abita, la regione di Kvemo Kartli, dove il reddito medio è il più basso di tutta la Georgia. Giocare d'azzardo a Marneuli, la città principale della regione, a maggioranza azera, dove vivono circa 140.000 persone, sembrava la risposta giusta ai suoi problemi.
Prima Gulmammadov ha scommesso on-line su partite di calcio. Ha speso giornate intere in un internet-club a guardarsi partite di calcio on-line e leggere previsioni, racconta. Poi è finito con lo spendere tutto il suo salario mensile alle slot machine, col vendere del bestiame che aveva e col prendere in prestito altri 1500 dollari dagli amici. Alla fine suo padre, facchino presso il bazar di Marneuli, ha dovuto chiedere un mutuo di 3500 dollari per coprire le perdite al gioco del figlio.
“Ho provato a fermarmi, ma non sono riuscito”, racconta Gulmammadov. “E' come se ci fosse una voce, che mi spinge a giocare. E' una sorta di malattia mentale ma non c'è alcuna medicina per curarla”.
Del resto, in centro a Marneuli, non manca occasione per giocare d'azzardo: sono molti i casinò, tra i pochi ad offrire posti di lavoro in quest'area prevalentemente rurale dove un terzo della popolazione in età da lavoro è o disoccupata o inattiva.
Il gioco d'azzardo negli ultimi due anni è cresciuto in Georgia in modo esponenziale e lo stato ha ottenuto – secondo l'Agenzia delle entrate - più di 357 milioni di lari (139,3 milioni di dollari) dalla sua tassazione. I più vulnerabili sembrano essere i cittadini delle zone rurali.
Diversamente da quanto accade in alcuni paesi dell'Unione europea, le autorità georgiane non fanno alcuna informazione sui luoghi dove le vittime di gioco d'azzardo compulsivo possono trovare aiuto.
Kamara, una Ong che sostiene le vittime del gioco d'azzardo, per problemi di budget non ha una presenza al di fuori della capitale Tbilisi, che è a circa un'ora di macchina da Marneuli.
Non esistono dati certi sul numero di vittime del gioco d'azzardo in Georgia. Nino Komakhidze, psicologo che lavora per Kamara, afferma che è simile alla dipendenza da droghe. “Le famiglie devono trattare le persone dipendenti dal gioco come dei malati. Non devono sbagliare pensando sia semplice guarire. E' una dipendenza molto pericolosa e difficile da trattare”.
La minaccia della moglie di chiedere il divorzio ha spinto, qualche mese fa, Gulmammadov a smettere di giocare. Ma ha ancora un disperato bisogno di aiuto. Allo stesso tempo lavora 16 ore al giorno per ripagare il debito rimasto e non ha soldi per essere seguito da uno psicologo.
Sua moglie Khayala Najafova, 25 anni, ha abbandonato la scuola superiore per sposarlo e non ha un lavoro per poter contribuire al bilancio familiare.
“Sono così frustrata, viviamo ben al di sotto dei nostri bisogni”, racconta nella casetta di due stanze che condividono con i genitori di Gulmammadov “a volte non ho un pezzo di pane da dare ai miei figli. Non so come riusciremo a ripagare i nostri debiti...”.
Storie come quelle di Gulmammadov sono una delle ragioni per cui molti elettori della regione di Kvemo Kartli chiedono al governo di imporre dei limiti al gioco d'azzardo. Sono in particolare preoccupati per i giovani.
“Il gioco d'azzardo in Georgia non è visto come un momento di divertimento ma è percepito come un modo per far soldi e procurarsi un'entrata...”, spiega Savalan Mirzayev, deputato originario di Marneuli, membro del partito al governo Sogno Georgiano “dobbiamo proteggere le persone vulnerabili da questo tipo di gioco”.
Mirzayev vuole che il parlamento permetta l'apertura di casinò solo in zone periferiche e che ai minori venga vietato l'ingresso.
Nel 2014 da un sondaggio realizzato da Transparency International Georgia emergeva che la maggior parte dei georgiani – 92% delle 1.867 risposte raccolte – concorderebbero con il vietare o il limitare il gioco d'azzardo.
Komakhidze, l'esperto dell'Ong Kamara, ritiene però che bandire completamente il gioco d'azzardo spingerebbe i georgiani a farlo di nascosto. Propone invece che venga vietata la pubblicità del gioco d'azzardo e che si pongano i 25 anni come età minima per giocare.
Levan Gogichiashvili, deputato a capo di un gruppo parlamentare ad hoc creato sulla questione del gioco d'azzardo, vuole che si pongano limiti di età e restrizioni anche per il gioco d'azzardo on-line.
A Marneuli alcuni esercenti legati al gioco d'azzardo dicono di poter fare poco per evitare gli abusi di gioco. Piri Lezgiyev è il proprietario di un internet club e sottolinea di non aver alcun controllo sui siti che i propri clienti visitano ma afferma che pochi vengono da lui per giocare d'azzardo. “Il gioco d'azzardo on-line è molto diffuso nei villaggi perché là non ci sono casinò”, spiega. “Ma a Marneuli ve ne sono molti”.
Ne è bastato uno per devastare la vita di Ramin Nagiyev, 34enne di Marneuli.
Due anni fa Nagiyev e suo padre presero in prestito 15.000 dollari per aprire un salone di bellezza che vendeva ed affittava abiti da sposa, potenzialmente un'attività con un certo futuro a Marneuli. Ma il partner straniero con cui lavoravano li ha abbandonati e l'attività è fallita. Nagiyev allora si è affidato al gioco d'azzardo per coprire i propri debiti.
Un'iniziale vincita di 68 lari (circa 27 dollari) da una slot machine lo ha spinto a continuare. In 25 minuti ha perso 1000 dollari, circa 13 volte lo stipendio medio mensile nella regione di Kvemo Kartli.
“La perdita era la prima cosa a cui pensavo quando mi svegliavo e l'ultima prima di addormentarmi”, racconta Nagiyev. “Il gioco d'azzardo mi ha spinto a dimenticarmi di tutto. Volevo vincere ed invece ho perso. Questo è tutto”.
Oggi ha un debito di oltre 20.000 dollari e la corte gli ha sequestrato la casa dove abita con due figli, la moglie e i suoi genitori. “Quando ho perso tutti quei soldi ho capito che i casinò sono fatti solo per far fare soldi ai loro proprietari, e non a noi”.
Il direttore di uno dei casinò di Marneuli, l'Olimp.Bet, sottolinea però che se loro sapessero che i propri clienti si indebitano per giocare, “probabilmente impediremmo loro di farlo”. Ma poi, pensandoci su, conclude che alla fine “è un problema loro”.
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