Via Egnatia: è un inganno?

4 settembre 2017

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La quarta e ultima puntata di un viaggio a piedi lungo la Via Egnatia: dal 2015 l'associazione FuoriVia ha cominciato a camminare lungo la Via Egnatia partendo da Durazzo per un progetto quinquennale che raggiungerà Istanbul nel 2019. Ogni estate un gruppo di cinquanta persone percorre circa 250 chilometri a piedi attraverso Albania, Macedonia, Grecia e Turchia alla ricerca delle tracce di questa strada romana costruita come continuazione della Via Appia per collegare Roma all’antica Costantinopoli.

2/08/2017 - Bologna

È vero ci stanchiamo a camminare ma ancora di più, credeteci, ci stanchiamo a stare fermi. Immancabilmente i giorni più faticosi sono quelli immediatamente successivi all'arrivo.

Abbiamo camminato da Rodolivos a Kormista il 27, poi fino a Krinides il 28. Infine il 29 l'arrivo a Kavala. Così, il 30, tutta la giornata era nostra disposizione. Ecco allora il piacere di visitare Kavala, la vista risanatrice del mare luminoso, al mattino, dall'alto della città vecchia; l'incontro con i rappresentanti della municipalità, gli intenti comuni; i nuovi incontri, i progetti condivisi; il pomeriggio fra di noi, in gruppi di lavoro; la visita al sito archeologico di Philippi; la cena insieme, le belle parole condivise. Una giornata intensa, siamo d'accordo, se pure senza camminare, ma strana. Vedo facce annoiate, indolenza, qualche nervosismo.

Poi il 31 la vera magia. Non capita ad ogni cammino, dipende dall'organizzazione del viaggio. A me capitò nel 2016, con il cammino degli dei. Siamo partiti da Bologna, abbiamo camminato sei giorni fino a Firenze. L'arrivo in città, il gelato in centro, il fastidio della folla di turisti, poi i saluti, frettolosi a dire il vero, frastornati. Poi? Tornare a casa. Come? In treno. Neanche due ore, un pisolino, e sono al punto di partenza.

Così anche quest'anno alle 7:30 del mattino del 31 agosto siamo saliti su un pullman con tutte le nostre cose, abbiamo appoggiato la testa allo schienale; qualcuno ha chiuso gli occhi e, quando li ha riaperti, dopo aver camminato per 15 giorni nella direzione opposta, si è trovato a Thessaloniki.

Ditemi voi se è giusto o no sentirsi così, beffati, presi in giro. Tutti quegli sguardi posati ad ogni lato del sentiero, le ombre e il sole, le case e i bar, le soste, tutte le curve guadagnate, gli incroci, le pozze, le macchine irrigatrici. Passarci accanto, attraverso, così veloce, senza vedere né sentire né toccare, ha davvero il sapore di una beffa o il gusto amaro degli amori finiti: del domandarsi "davvero forse ho solo sognato?".

Sull'aereo per Bergamo la mattina del ritorno, chiudo gli occhi ancora prima del decollo. Già conosco l'inganno, lascio che accada, provo a riposare. La voce delle hostess nel continuo tentativo di venderci qualcosa, non tace mai, mi ossessiona i pensieri. A metà del volo, sopra il mare brillante, ancora non prendo sonno. Poi le voci, apro gli occhi. I compagni si sono tutti alzati in piedi, vanno verso l'uscita, dicono ammutinamento! Mi volto, l'aereo mezzo vuoto e davanti all'uscita un compagno molto caro mi sorride sornione, mi fa cenno - vieni - ed esce dal portello. Là fuori non ci sono nuvole o cielo, ma una breve rampa che poggia su una strada. I compagni sono scesi lì e imboccano un sentiero laterale. Entra in un bosco, la terra è rossa. Scendo anch'io e vado con loro.

Un grazie alla Municipalità di Kavala e all'associazione Philippi Park per l'ospitalità generosa e calorosa. Grazie alla Municipalità e al Museo Archeologico di Thessaloniki per l'ospitalità nel delicato momento del rientro verso casa e per l'incontro pubblico del 31 agosto. Grazie a tutti gli enti, le comunità e le persone che abbiamo incontrato, che ci hanno seguito o accompagnato. Grazie a tutti coloro che sognano insieme a noi che, un giorno, in ogni dove, chiunque possa aprire una porta qualsiasi e incamminarsi in qualunque direzione lungo la Via Egnatia.

Alice Merenda Somma