Altro che Beethoven, la musica del Kosovo è così complessa che prevede la "modulazione" da una formula ritmica a un'altra, secondo particolari passaggi musicali. Ne abbiamo parlato con Nico Staiti, professore di etnomusicologia all'Università di Bologna
La plasticità del cervello è un aspetto consolidato della fisiologia umana. Ma i rapporti fra questa parte anatomica e la musica non sono del tutto chiari. Perché alcune persone prediligono un genere e ne odiano un altro? E' possibile che il gusto musicale dipenda dal paese in cui un individuo nasce? E se così fosse, quale sarebbero le tendenze musicali di un occidentale che si trovasse a crescere, per esempio, in un paese dell'estremo oriente?
Sono tutte domande per le quali una risposta certa non esiste. Però è indubbio che la plasticità del cervello fa sì che ognuno di noi si abitui a una certa musicalità, ereditata dalla cultura e dalla società di appartenenza. Spiega, dunque, la nostra predisposizione ad apprezzare la musica anglo-statunitense, che da sempre domina l'industria discografica, che ha una radice comune con quella di gran parte dei paesi europei occidentali: ci sono ballate italiane del seicento e "celtiche" o francesi con una melodia e un ritmo molto simili fra loro.
Il fenomeno però non è ascrivibile all'universo balcanico o caucasico (e potremmo aggiungere arabo, africano, cinese…), tant'è vero che quando si ascolta per la prima volta un brano tradizionale macedone, albanese, rumeno, o georgiano, facciamo fatica ad apprezzarlo.
Dobbiamo renderci ulteriormente "plastici" per arrivare a goderne, azione che - un po’ per pigrizia, un po' per oggettivo disinteresse - in molti preferiscono risparmiarsi. Ma è sulla base di ciò che ancora oggi la musica proveniente dall'est viene vista con diffidenza, come un coacervo di pentagrammi di serie b; mentre è risaputo che non esiste musica di serie a o b, ma semplicemente quella per la quale il nostro cervello è tarato. Cosa c'entra tutto questo con la musica del Kosovo?
C'entra perché la musica proveniente da questo stato balcanico è un vero mistero per gli occidentali, che hanno difficoltà a "filtrarla" correttamente; come i kosovari, del resto, faticano ad apprezzare la nostra. Ne abbiamo parlato con Nico Staiti, professore di etnomusicologia presso l'Università di Bologna, autore del prezioso testo Kajda. Musiche e riti femminili fra i rom del Kosovo (Roma, Squilibri, 2013).
Dunque professore, vorrei partire da Yuri Arbatsky, storico studioso del folk balcano, a proposito dell'aneddoto su quel musicista albanese che dopo avere ascoltato la Nona Sinfonia di Beethoven si è permesso di dire che "è troppo semplice". In realtà il suo giudizio era frutto del percorso musicale vissuto nella sua terra di origine, sostanzialmente differente dalla lettura musicale degli occidentali ...
Le strutture musicali in uso nei Balcani centrali - soprattutto in Kosovo, e in parte dei paesi che lo circondano: Albania, Macedonia, Montenegro, Serbia, Bulgaria - prevedono variazioni di ritmi complessi, e la "modulazione" da una formula ritmica a un'altra, secondo particolari passaggi musicali. Le melodie, tuttavia, sono più semplici da eseguire e ascoltare.
L'opposto di quel che accade da noi.
E in molti altri linguaggi musicali in cui le mutazioni melodiche o modulazioni armoniche si svolgono su strutture ritmiche sempre uguali a se stesse. Dunque, tornando all'aneddoto di Arbatsky, per chi è abituato alla "modulazione" ritmica, un tempo di sinfonia, che si svolge in 4/4, in 3/4 o 6/8 è elementare: non comporta sviluppo. Anche se c'è la firma di Beethoven.
Altrettanto bella è la storia dei soldati albanesi dell'esercito jugoslavo. Che cosa accadde durante le marce?
Fu sempre Arbatsky a rivelare questo aneddoto. Alla fondazione dell'esercito del Regno di Serbia e Montenegro ci si accorse che i kosovari marciavano in modo diverso dagli altri, seguendo una logica ritmica tutta loro. Con ciò si rese necessario istituire dei corsi per insegnare loro a marciare a tempo col tamburo, seguendo il "passo" di tutti i commilitoni.
Cosa sono i ritmi aksàk? E in cosa differiscono dai tradizionali binari?
Differiscono dai ritmi binari, quanto da quelli ternari, perché comportano giustapposizioni di formule binarie e formule ternarie: si compongono cioè di due o più parti, binarie e ternarie, legate assieme.
Si può parlare di 9/8, così come da noi sono frequenti il 4/4 e il 2/4?
9/8 può essere la giustapposizione di una battuta in 4/8, seguita da una in 3/8 e da una in 2/8. (Ma possono anche essere invertite: 3/8, 4/8, 2/8, n.d.r.).
Cos'è l'asimmetria ritmica?
La giustapposizione di binario e ternario che inevitabilmente comporta un'asimmetria tra due parti di valore diseguale.
Si può citare un brano relativamente famoso riconducibile ai cosiddetti "ritmi zoppi"?
Il canto della Maddalena in Jesus Christ Superstar basato sul 5/4.
In che modo il lavoro di Bela Bartok ha giovato agli studi sulla musica tradizionale albanese?
Bartok battezzò i ritmi aksak, da lui definiti "bulgari", perché individuati per la prima volta in quest'area.
Perché ritmi così particolari si sono sviluppati solo in questa zona? Ce ne sono di analoghi in giro per il mondo?
Certo. Nei Balcani sono particolarmente diffusi. La specificità del Kosovo non sta soltanto nell'uso di ritmi asimmetrici, ma in ritmi con durate molto diverse fra loro.
L'unicità musicale albanese potrebbe peraltro riflettere l'aspetto linguistico del paese?
L'albanese non è una lingua slava, ovviamente. Ma non credo affatto che l'aksak - presente anche in Turchia, e in vari paesi slavi - sia legato all'identità albanese.
Alcuni studiosi sostengono che l'origine dei ritmi zoppi sia riconducibile alla tradizione poetico-andalusa Muwashahat della Spagna medievale islamica. E' una teoria verosimile?
Certo che no.
Cos'è il tupan?
Un tamburo cilindrico bipelle.
Come si suona?
Percuotendolo con una verga e un mazzuolo, di solito per accompagnare un ensemble di oboi tradizionali.
Mi può citare qualche altro strumento tipico della musica albanese?
Non vi sono strumenti "tipici" di nessun luogo che non siano legati ad altre tradizioni. Cifteli e sharki - liuti a manico lungo derivanti dal saz turco - sono forme locali di strumenti variamente presenti in tutti i Balcani.
A cosa si riferisce parlando di "scuole della tradizione orale"?
Scuole più o meno regolamentate in cui si insegna la musica della tradizione orale (parafrasando l'antica attività degli aedi, n.d.r.).
Chi è Mehmed e che relazioni aveva con Arbatsky?
Mehmet era un suonatore kosovaro di surla (oboe) e tupan. Insegnò ad Arbatsky a suonare il tupan.
Cosa si può dire degli zingari omosessuali? Qual è il loro ruolo nell'ambito della musica tradizionale?
Suonano il tamburello con le donne e per le donne nei riti di nozze e di circoncisione.
E quello delle donne kosovare?
Idem.
Propongono brani che rimandano addirittura al culto di Cibele (antica divinità anatolica).
Mah, non si sa nulla della musica impiegata nei riti dedicati a Cibele. Probabilmente sarebbe più corretto affermare che il tutto sia riconducibile a un ampio sostrato di cui fanno parte anche i riti per Cibele.
Che disco di musica tradizionale albanese può consigliare ai nostri lettori?
L'Albania c'entra marginalmente con questa storia. Consiglio pertanto Kajda, e-book con dvd allegato, di SquiLibri (Roma, 2012).
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