Primo dicembre 2021, un soldato Usa prende parte alla Parata militare nazionale della Romania a Bucarest - © Mircea Moira/Shutterstock

Primo dicembre 2021, un soldato Usa prende parte alla Parata militare nazionale della Romania a Bucarest - © Mircea Moira/Shutterstock

La Russia ha chiesto il ritiro delle truppe Nato dai paesi dell'est. Riguarda anche la Romania, che non può rimanere indifferente all'attuale crisi in atto tra Russia e Ucraina

31/01/2022 -  Mihaela Iordache

La Romania si prepara per ogni scenario possibile nell’ambito della crisi di sicurezza generata dalla Federazione Russa. Ad annunciarlo è il presidente della Romania, Klaus Iohannis, dopo la riunione del Consiglio Supremo per la Difesa del paese convocato lo scorso mercoledì 26 gennaio appositamente per l’analisi del contesto internazionale.

“L’attuale crisi di sicurezza creata dalla Russia non è solo relativa all’Ucraina, non solo relativa alla sicurezza regionale al Mar Nero e nemmeno solo a quella europea, ma riguarda la sicurezza dell’intero spazio euro-atlantico”, ha dichiarato il capo dello stato romeno.

Membro della Nato da 18 anni, la Romania è un suo alleato chiave sul fianco orientale. In questi giorni le autorità di Bucarest stanno continuando a ribadire l’importanza di un dialogo continuo sia a livello della Nato che dell’Ue e che si aspettano unità e solidarietà tra gli stati membri.

Nella guerra psicologico-tecnologica già in corso la Federazione Russa aveva chiesto alla NATO al tavolo dei negoziati sull’Ucraina di ritirare le truppe dalla Romania e dalla Bulgaria. Come in una partita a scacchi Mosca ha spostato inoltre 100.000 soldati al confine con l’Ucraina.

Le azioni recenti della parte russa sono interpretate da Bucarest come tentativi di modificare “in modo inaccettabile i parametri dell’architettura di sicurezza europea”. Le autorità romene si aspettano attacchi cibernetici mirati a destabilizzare istituzioni e infrastrutture e l'utilizzo delle forniture di energia per raggiungere obiettivi politici. Sono queste alcune delle potenziali minacce analizzate dal Consiglio Supremo per la Difesa della Romania. Inoltre il governo di Bucarest ha dichiarato di continuare a pianificare la gestione di eventuali ingressi di rifugiati ma anche gli effetti negativi sul paese dal punto di vista economico, energetico e finanziario-bancario. 

La strategia di Bucarest resta comunque il dialogo diplomatico in una prospettiva euro-atlantica. I giorni scorsi il Consiglio europeo ha ribadito la condanna ”alle continue azioni aggressive e le minacce della Russia contro l’Ucraina”. Dal suo canto, il ministro romeno della Difesa Vasile Dîncu è convinto che la Federazione Russa abbia l’intenzione di creare una nuova Cortina di Ferro e che “assistiamo ad un nuovo tentativo di dividersi le sfere d’influenza a livello mondiale”.

La Romania aspetta l’aumento di truppe americane e francesi

Il presidente romeno Klaus Iohannis ha accolto positivamente la disponibilità del presidente degli USA, Joseph Biden e del presidente francese Emmanuel Macron di aumentare la presenza in Romania di proprie truppe sotto comando della Nato.

Il Dipartimento di stato americano ha annunciato lunedì scorso che 8500 militari americani sono in stato di allerta per un possibile invio nell’Europa dell’Est, eventualmente per l’attivazione della Forza di Reazione della Nato che dispone di 40.000 militari.

La NATO ha in Romania una forza terrestre multinazionale di circa 4000 militari. Inoltre a soli 180 chilometri da Bucarest, nella contea di Olt, nel villaggio di Deveselu, è operativo dal 2016 il sistema missilistico di difesa Aegis Ashore, conosciuto come lo scudo antimissile

L’esistenza dello scudo ha alimentato negli anni la preoccupazione della Federazione Russa nonostante la NATO abbia sempre parlato dell’esclusivo ruolo di difesa dello scudo. Nel contesto delle attuali tensioni e in cerca di una soluzione la stampa romena cita il giornale americano Wall Street Journal secondo il quale a Mosca potrebbe essere permesso di ispezionare le basi americane in Romania e in Polonia. Se si dovesse arrivare ad un tale accordo esperti russi potrebbero arrivare anche a Deveselu. Ma è solo un’ipotesi avanzata da un giornale mentre al livello ufficiale tutto sembra ancora bloccato.

Mentre Mosca chiede il ritiro delle truppe della Nato da paesi dell’Est Europa, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha chiesto mercoledì scorso alla Russia di ritirare le sue forze armate dall’Ucraina, dalla Repubblica di Moldova e dalla Georgia, dove si trovano “senza il consenso di questi paesi”. Stoltenberg ha ricordato per l’occasione il carattere difensivo dell’Alleanza ma anche l’articolo 5 dell’impegno collettivo: ”Prenderemo tutte le misure necessarie per difendere e proteggere tutti gli alleati”.

Il gas

Intanto in Romania il presidente del paese assicura i romeni che non devono temere nulla: ”La Romania, come membro della NATO - che è la più forte alleanza politico-militare della storia - gode attualmente di tutte le garanzie di sicurezza e non è il caso che un cittadino della Romania abbia paura”.

Il ministro romeno della Difesa, Vasile Dincu, ritiene che per la popolazione la più grande minaccia ora derivi dall’aumento delle bollette dell’energia elettrica. La Romania è comunque “dipendente dal gas russo” scrive la stampa di Bucarest che cita il ministro dell’Energia, Virgil Popescu. Nonostante la Romania sia il secondo produttore di gas dell’UE, durante l’inverno deve importare il 20-25% del gas necessario ai suoi cittadini e alle sue industrie.

Tutti i nostri approfondimenti nel dossier "Ucraina: la guerra in Europa"


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