Il Presidente romeno Klaus Iohannis ha promulgato il 23 luglio una legge riguardante la gestione della popolazione di orsi. Un atto di emergenza dopo la recente tragedia della morte di una giovane, attaccata da un orso. WWF Romania e animalisti non credono possa funzionare
La nuova legge romena, valida per il 2024, autorizza l'abbattimento di 426 esemplari di orso bruno come misura preventiva a livello nazionale, e di 55 esemplari come misura di intervento. L'obiettivo è anche quello di aumentare il numero di punti CIC (classificazione del Consiglio internazionale della caccia e della salvaguardia della fauna) da 350 a 400.
I punti CIC rappresentano la soglia minima per cui i trofei di caccia di valore vengono mantenuti nel patrimonio nazionale. “Per mantenere l'equilibrio tra le categorie di età e sesso e tutelare gli esemplari dominanti, è vietato l'abbattimento di esemplari con mantello superiore a 400 punti CIC, così come delle femmine accompagnate da cuccioli di età inferiore ai 2 anni”, recita la legge.
L'urgenza di questa misura è conseguenza della tragica morte di una giovane escursionista, attaccata da un orso sui Jepi Mici, nella zona centro-settentrionale dei Carpazi, una nota area turistica con percorso montano dove ogni giorno, e soprattutto d’estate, si avventurano centinaia di persone.
La questione del controllo della popolazione di orsi e dei relativi incidenti è tuttavia da tempo al centro del dibattito nel paese, suscitando preoccupazioni sia tra le autorità sia tra gli ambientalisti.
Facciamo alcuni passi in dietro
Nel 2016 è stata proibita la caccia agli orsi a quote, e a partire dal 2019 si è assistito a un aumento degli incidenti dovuti agli incontri tra orsi e persone, sia in montagna che nelle aree urbane, dove gli animali si avventurano alla ricerca di cibo. Dal 2016 in poi, i social media sono sempre più popolati da foto e video che mostrano orsi che scendono nelle città, specialmente di notte, e girano per le strade o nei cortili. Non mancano gli avvistamenti diurni, con automobilisti che si fermano per evitare orsi sulle strade di montagna o addirittura per dar loro da mangiare.
Il dibattito pubblico oscilla tra paura e compassione. L'uccisione dell’esemplare considerato il più grande orso della Romania nel 2021, in un presunto caso di bracconaggio da parte del principe del Liechtenstein, Emanuel, ha rafforzato la posizione protettiva delle ONG, nonostante i numerosi attacchi segnalati, soprattutto da pastori e lavoratori di montagna.
L'aumento della popolazione di orsi in Romania: cause e conseguenze
Perché è aumentata così tanto la popolazione di orsi in Romania? Oltre alla mancanza di controllo della popolazione, viene spesso citata la diminuzione della superficie delle foreste che ha determinato la migrazione di orsi e la loro concentrazione in alcune zone del paese.
Secondo le analisi delle foto satellitari del Global Forest Watch (GFW), la Romania ha perso il 5,5% delle sue foreste tra il 2001 e il 2023. Le stime più prudenti indicano che il numero di orsi è aumentato da circa 2000 esemplari nel 1989 a oltre 8000 oggi. Altri suggeriscono cifre ancora più elevate, ma anche questa stima conservativa rappresenta un incremento di quattro volte (o del 300%) della popolazione. Tra il 1990 e il 2000, la perdita di foreste potrebbe essere stata ancora più significativa, con il GFW che ammette incertezze nelle sue stime. Gli orsi continuano a vivere ai margini delle foreste, e si potrebbe stimare generosamente che abbiano perso il 10% del loro habitat, anziché il 5% indicato dai dati ufficiali.
Si può dire quindi che il rapporto tra orsi e unità di habitat in Romania è aumentato di un fattore pari a 4,44 (calcolato come 4 / 0,9). Di questo incremento, il 90% è spiegato dall'aumento della popolazione di orsi e il 10% dalla perdita di habitat. Questo secondo lo scenario più conservativo possibile riguardo alla popolazione di orsi.
Quando si analizzano quindi i dati in maniera oggettiva, senza lasciarsi influenzare da impressioni, ossessioni o paragoni con Paesi che hanno il doppio della popolazione della Romania su 10 milioni di chilometri quadrati, emerge che non è la riduzione dell’habitat la causa principale dei conflitti uomo-orso. Anche il cambiamento climatico, che rende la vita degli orsi più difficile e ne influenza il comportamento, potrebbe avere un ruolo. Inoltre, la popolazione, reagendo con troppa empatia, ha sbagliato nel nutrire questi animali, abituandoli a cercare cibo nelle città. Le cause di questi conflitti sono quindi un mix complesso di fattori.
In alcune regioni montane della Romania, misure come la proibizione di tenere i rifiuti all'esterno, l'installazione di recinzioni elettriche dove necessario e l'uso del sistema di allarme nazionale RO-ALERT, che avvisa tramite SMS quando viene rilevato un pericolo, hanno dato buoni risultati. Tuttavia, la perdita di vite umane e i pericoli imminenti hanno portato all'adozione della recente legge.
Reazioni delle ONG e delle autorità internazionali alla promulgazione della legge
Gli amanti degli animali e i difensori dei loro diritti non sono affatto contenti della nuova legge. Le foreste sono l’habitat di molte specie animali e, quando ci avventuriamo nelle aree montane, dobbiamo essere consapevoli di essere, per dire, "a casa dell’orso" e comportarci di conseguenza. E non si tratta solo della difesa dei diritti degli animali e della protezione della natura. Le considerazioni del WWF Romania, che ha già presentato un reclamo alla Commissione Europea contro la legge, si basano sul presupposto che gli effetti della normativa non saranno quelli previsti. Secondo loro, la legge non risolverà affatto il problema.
"Ci aspettavamo un segnale di equilibrio da parte della Presidenza, soprattutto perché avevamo presentato un elenco di argomenti che giustificavano pienamente il rinvio della legge al Parlamento per un nuovo esame. Siamo delusi che le argomentazioni scientifiche e legali siano state trascurate, così come le migliaia di firme di persone che si sono unite a noi nel sostenere la lettera aperta indirizzata al Presidente dalle principali ONG ambientaliste romene", affermano i rappresentanti dell'organizzazione ambientalista, citati dal giornale Cotidianul.
“La caccia da sola, e ancor più la caccia ai trofei, non può risolvere il problema dei conflitti con gli orsi. La convivenza con gli orsi è possibile solo se esiste un complesso di misure integrate per gestire efficacemente il problema. Stiamo parlando di una corretta gestione dei rifiuti, della riduzione degli attrattori e, cosa molto importante, dell'educazione della popolazione, una misura che i parlamentari hanno ritenuto troppo costosa da includere nella nuova legge. Riteniamo che la promulgazione di questa legge da parte del Presidente si rivelerà presto una misura davvero costosa, che comporterà sanzioni per il nostro Paese e che, purtroppo, non risolverà il problema dei conflitti con gli orsi, ma probabilmente lo aggraverà”, ha inoltre dichiarato Barbara Bendandi, Direttrice della Conservazione del WWF Romania.
Le misure alternative proposte dal WWF Romania non escludono quindi la caccia, ma si concentrano su azioni di prevenzione che mantengano l’equilibrio della natura. Poiché in Romania le quote di prevenzione e di intervento non sono state attuate anno dopo anno e il quadro legislativo per la gestione degli esemplari problematici non è stato sfruttato, si è raggiunta purtroppo una situazione complessa che altri paesi hanno saputo gestire in tempo utile. Trovare ora un approccio bilanciato per gestire in modo sostenibile la popolazione di orsi e garantire la sicurezza delle comunità umane non sarà di certo una missione facile.
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