Sempre meno bambini, emigrazione, vita media in aumento, aumento di tumori e malattie cardiovascolari. Ma anche diminuzione della mortalità infantile. Una recente indagine statistica ha descritto la popolazione della capitale serba. E si è scatenato il dibattito in una Belgrado che si vede sempre più vecchia
Sembra che a Belgrado il periodo d’oro per la natalità sia ormai finito. Negli anni Cinquanta nascevano più di 20.000 bambini all’anno, ma nel 2000, dopo le guerre e i bombardamenti, il numero è sceso a 14.000. “Negli ultimi 4 anni anni la cifra è leggermente aumentata attestandosi sui 16.000 - afferma la dottoressa Ljiljana Sokal Jovanović, a capo del Centro per le analisi, pianificazione e organizzazione della salute pubblica della capitale serba – la mortalità si è attestata a 20.000 decessi l'anno confermando un tasso negativo di crescita della popolazione”. Parallelamente si sta verificando un continuo aumento della durata media della vita, che porta ad un progressivo invecchiamento della popolazione belgradese.
Oltre ai dati legati alla natalità e mortalità vi sono altri elementi che stanno portando ad una progressivo invecchiamento della popolazione nella capitale serba. Nonostante l'arrivo, a cavallo tra il 20° e 21° secolo di migliaia di profughi dal Kosovo, vi è stata una fortissima emigrazione giovanile, alla ricerca di una vita migliore all’estero.
Il dibattito sull'invecchiamento progressivo della popolazione della capitale della Serbia si è sviluppato a seguito della pubblicazione di un'indagine statistica condotta nel corso del 2010 dall’Istituto della sanità pubblica di Belgrado.
I vari analisti ne hanno tratto conclusioni diverse. Per Radmila Vićentijević, dell’Ufficio per le statistiche sociali e demografiche, è ora molto importante sviluppare un piano di ringiovanimento della nazione, ricordando gli esempi dell’Europa occidentale e dei flussi migratori in entrata. C’è chi invece sostiene che questa non sia una soluzione per un Paese che prima di tutto deve fare i conti con se stesso e cercare di riportare vitalità all’interno della famiglia: “Non si è formata una nuova, moderna famiglia che potrebbe portare più vita a Belgrado. La guerra e il difficile stile di vita degli ultimi vent’anni sicuramente non hanno aiutato”, sottolinea il sociologo Ratko Božović.
Tumori, maternità e sanità pubblica
Dalla ricerca condotta dall'Istituto della sanità pubblica di Belgrado emergono altri dati interessanti relativi alla popolazione di Belgrado. Negli ultimi 12 anni a Belgrado la mortalità per le malattie circolatorie è aumentata del 50% mentre i tumori si sono triplicati.
“Per le persone fino ai 59 anni il tumore maligno dei polmoni e della trachea è al primo posto come causa di morte, seguito dalle malattie cardiovascolari. Oltre l’aumento d’età, sono importanti anche fattori come lo stile di vita e le abitudini dei cittadini, come anche abitudini nutrizionali, stress, fumo, inquinamento ma anche altri fattori come la grave situazione economica”, afferma la dottoressa Zorica Dimitrijević dall’Istituto per la Sanità pubblica della città di Belgrado.
Si è abbassata invece la percentuale della mortalità dei neonati, dei bambini sotto i 5 anni e dei ragazzi tra i 5 e 19 anni. Aperte a dibattito sono invece le cifre riguardanti le donne che interrompono la gravidanza volontariamente. Le statistiche ufficiali riportano che 20 000 donne interrompono annualmente la gravidanza ma i medici sostengono che il numero sarebbe molto più alto: 50.000. Difficile conoscere con esattezza i veri dati perché molte cliniche private eseguono interruzioni di gravidanza senza i permessi necessari. Lo sostiene la direttrice del Centro per l’informatica e biostatistica della città di Belgrado, Jasna Ristić:” Abbiamo statistiche completamente sbagliate. C’è un quadro falso che dimostrerebbe come ogni anno il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza sono in diminuzione. Ma non è esatto. Significa solamente che sempre più interruzioni vengono eseguite in cliniche private che spesso non hanno i permessi e che non forniscono i dati”.
La Serbia e l'Europa
La Serbia è il quarto Paese al mondo per numero di abitanti oltre i 65 anni. Rispetto al 2002, quando Belgrado contava 1.576.543 abitanti, nel 2008 il numero è salito a 1.735.100. Ma al crescere del numero dei cittadini corrisponde il crescere dell’età media. Si pensa che per il prossimo censimento l’età media dei belgradesi salirà a 44 anni.
Gli esperti del Population Reference Bureau degli Stati Uniti prevedono che entro il 2050, per la prima volta nella storia della civiltà, il numero delle persone anziane supererà il numero dei giovani. Ed è proprio una loro indagine sull’invecchiamento delle nazioni, del 2009, che ha collocato la Serbia al quarto posto in Europa in una speciale classifica sulla diminuzione del numero di abitanti. A loro avviso il Paese, che oggi conta 7,3 milioni di abitanti, nel 2025 ne avrà solo 6,8 milioni mentre nel 2050 il numero scenderà addirittura a 5,9 milioni.
Un dato decisamente allarmante ma realistico, come conferma Goran Penev, dal Centro per le indagini demografiche dell’istituto per le scienze sociali di Belgrado. Si prevede che così la Serbia nel 2052 avrà lo stesso numero di abitanti del 1951. La situazione sarebbe ancora peggiore nelle campagne. Negli ultimi dieci anni si sarebbero “spenti” 1060 paesini, rimasti senza abitanti. E non manca chi lancia messaggi allarmistici: se si continua così, tra 500 anni, i serbi spariranno completamente.
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