Braccio di ferro tra il presidente Vučić e parte dell'amministrazione della città di Niš. Oggetto del contendere è l'aeroporto "Konstantin Veliki": Vučić lo vorrebbe proprietà dello stato, ma la città, per ora, non sembra disposta a cederlo
Tra qualche giorno il consiglio comunale di Niš dovrebbe riunirsi per decidere il destino dell’aeroporto della città, che il governo di Belgrado vuole far passare dalla proprietà del comune alla proprietà statale.
Con questa decisione verrà data anche una risposta alle richieste dei cittadini di Niš che, con l’appoggio di alcune iniziative civiche e partiti dell’opposizione, hanno organizzato una serie di manifestazioni per chiedere che l’aeroporto rimanga di proprietà del comune.
Tutto è cominciato quando, il 22 marzo scorso, il governo serbo ha firmato con la società francese Vinci Airports il contratto di concessione dell’aeroporto “Nikola Tesla” di Belgrado per un periodo di 25 anni.
A tutt’oggi non è ancora noto il contenuto del contratto, e il governo non ha fornito alcuna risposta alla richiesta avanzata dal portale informativo di Niš Južne vesti che, richiamandosi alla Legge sull’accesso alle informazioni di interesse pubblico, ha chiesto di poter visionare il contratto.
Un successo imperdonabile
L’aeroporto “Konstantin Veliki” di Niš, a 240 km a sud-est di Belgrado, negli ultimi anni è diventato un singolare esempio di successo. Stando ai dati disponibili, dal 2014, quando era in perdita, l’aeroporto di Niš ha registrato una costante crescita di fatturato, riuscendo a chiudere il 2017 con un bilancio positivo.
In un’analisi molto approfondita, pubblicata sul portale Tango six, si precisa che questo crescita vertiginosa è senza pari nell’intera regione e che “per fare ciò che [l’aeroporto di] Niš ha conseguito in due anni e mezzo, agli altri ci sono voluti 10, o persino 20 anni”.
L’aeroporto di Niš offre voli per 11 destinazioni, effettuati da tre compagnie aree: Swissair, Ryanair e Wizz Air. Ci sono 22 voli a settimana, a volte 4 al giorno. Nel primo trimestre di quest’anno, l’aeroporto ha registrato un incremento di passeggeri del 28,2%, mentre nello stesso periodo il numero di passeggeri transitati per l’aeroporto di Belgrado è aumentato del 4,3%.
Il successo dell’aeroporto di Niš è dovuto, oltre all’aumento del traffico passeggeri, anche allo sviluppo del traffico cargo e all’integrazione delle diverse modalità di trasporto merci. Stando alle previsioni del management, l’aeroporto dovrebbe raggiungere entro il 2021 la quota di 650mila passeggeri annui e un volume di traffico merci pari a 4.700 tonnellate.
Nell’analisi pubblicata da Tango six si legge inoltre che l’aeroporto non ha più bisogno del sostegno finanziario da parte del comune e che dal 2013 non riceve trasferimenti dal bilancio dello stato.
Le tariffe delle compagnie low cost che operano all’aeroporto di Niš attirano passeggeri non solo dal sud della Serbia ma anche dalla Bulgaria, dalla Macedonia e dal Kosovo, tra cui molti gastarbeiter, ma anche viaggiatori stranieri in transito.
All’inizio di quest’anno, annunciando la firma del contratto con Vinci Airports, il presidente serbo Aleksandar Vučić ha criticato la gestione dell’aeroporto di Niš, dicendo: “Li abbiamo lasciati fare, nonostante il management di questo aeroporto non capisca che così facendo danneggia la crescita dell’aeroporto ‘Nikola Tesla’ di Belgrado”.
Dichiarazioni contraddittorie dei funzionari statali
Una settimana dopo la firma dell’accordo tra il governo serbo e la società Vinci Airports, l'amministrazione comunale di Niš ha deciso di regalare l’aeroporto della città allo stato. Affinché questa decisione possa essere attuata è necessaria l’approvazione dal parte del consiglio comunale, alla quale non si è ancora giunti nonostante la maggioranza dei seggi sia detenuta dal Partito progressista serbo (SNS) e dai suoi partner di governo.
Nel frattempo, i cittadini di Niš sono più volte scesi in piazza per protestare contro l’intenzione del governo di appropriarsi dell’aeroporto della città.
La ministra dei Trasporti e vicepremier Zorana Mihajlović ha annunciato che l’accordo stipulato con Vinci Airports “verrà pubblicato a breve”, affermando che non vi è alcuna menzione dell’aeroporto di Niš.
Poco dopo, il presidente Vučić ha rilasciato una dichiarazione che contraddice quanto affermato dalla ministra, ammettendo che lo stato “ha l’obbligo di consultarsi con il concessionario francese se il numero di passeggeri [transitati per l’aeroporto di Niš] supera un milione”.
Il sottosegretario del ministero dei Trasporti Zoran Ilić ha rivelato che l’accordo firmato con Vinci Airports prevede che gli aeroporti gestiti dallo stato situati nel raggio di 230 km da Belgrado non possano superare la soglia di un milione di passeggeri annui, pena il pagamento di una penale, e che questa clausola verrà applicata “finché l’aeroporto ‘Nikola Tesla’ non raggiungerà la soglia dei 12 milioni di passeggeri annui”.
Il sospetto che con il controverso accordo con Vinci Airports sia stato deciso anche il futuro dell’aeroporto di Niš è stato ulteriormente alimentato dalla scoperta che la società francese fa parte del consorzio che gestisce l'aeroporto "Adem Jashari" di Pristina.
Questa notizia non ha suscitato alcun commento da parte delle autorità di Belgrado, mentre il presidente Vučić ha sottolineato a più riprese che il comune di Niš non dispone di risorse necessarie per la costruzione di una nuova torre di controllo e per l’ampliamento della pista e del terminal dell’aeroporto.
Mentre i dati dimostrano che l’aeroporto “Kostantin Veliki” sta registrando una crescita grazie ai profitti generati dalle proprie attività, i funzionari del governo sostengono che, nel periodo compreso tra il 2014 e il 2017, lo stato abbia investito 3,6 milioni di euro nello sviluppo dell’aeroporto. Secondo l’analisi di Tango six, questa cifra comprende anche il denaro investito dall’Agenzia di controllo del traffico aereo della Serbia e del Montenegro (SMATSA), che non proviene dal bilancio dello stato.
Il 25 aprile scorso SMATSA ha firmato un accordo con la Banca europea per gli investimenti per un finanziamento da 45 milioni di euro. In un comunicato emesso lo stesso giorno dal ministero dei Trasporti si precisa che una parte consistente delle risorse ottenute, pari a 5,5 milioni di euro, sarà destinata alla costruzione della nuova torre di controllo dell’aeroporto di Niš.
Rivolta dei cittadini
I cittadini di Niš riuniti intorno all’iniziativa “Ne damo niški aerodrom” [Giù le mani dall’aeroporto di Niš], sostenuta anche da alcuni movimenti civici e partiti dell’opposizione, hanno organizzato diverse manifestazioni di protesta, chiedendo ai consiglieri comunali di votare contro la proposta di “regalare” l’aeroporto della città allo stato.
I responsabili dell’iniziativa hanno presentato anche un reclamo presso la Direzione generale della Concorrenza della Commissione europea, chiedendo che venisse verificata la legittimità dell’accordo stipulato con Vinci Airports.
Nel frattempo, il presidente Vučić ha commentato a più riprese la rivolta dei cittadini di Niš, definendo “stupide” le loro proteste e, evidentemente arrabbiato, ha fatto loro sapere che, se non vogliono dare l’aeroporto allo stato, il governo aiuterà altre città.
“Noi investiremmo là dove i cittadini vogliono (che sia presente) il loro stato. Non volete la vostra Serbia? Non vi piace la Serbia? Volete che vengano da certe ambasciate e che vi dicano che vi aiuteranno di più? Va bene, che vi aiutino, la nostra Serbia andrà ad aiutare altrove”, ha detto Vučić, senza precisare a quali ambasciate si riferisse.
Lo scorso 25 aprile Vučić è venuto a Niš per inaugurare, per la terza volta in tre anni, un nuovo stabilimento produttivo dell’azienda tedesca Leoni, produttrice di fibre e cavi ottici. Con questa visita, che apparentemente non aveva nulla a che fare con la vicenda dell’aeroporto, Vučić ha voluto dare una prova di forza e dimostrare di godere di grande popolarità nella città.
In occasione del suo arrivo è stato organizzato un meeting che ha visto la partecipazione di alcune migliaia di persone. Su alcuni media indipendenti e sui social network sono state pubblicate le fotografie degli autobus e le dichiarazioni di alcuni partecipanti al meeting, compresi molti dipendenti pubblici, che erano arrivati da altre città con autobus organizzati dal partito di Vučić.
Rivolgendosi ai suoi sostenitori, Vučić ha detto che “non c’è lavoro più bello dell’inaugurazione delle fabbriche e che quello che lo stato ha fatto per Niš non lo ha fatto per nessun’altra città della Serbia”, annunciando nuovi investimenti e l’intenzione di trasformare Niš nella capitale produttiva dei Balcani. Ha menzionato anche il problema dell’aeroporto, affermando che se l’SNS di Niš e i consiglieri eletti dalle sue fila decidono che l’aeroporto deve restare di proprietà della città, accetterà la loro decisione.
Alcune ore dopo, nella principale piazza della città si è tenuta, come ha riportato il portale Južne vesti, “la più massiccia manifestazione” a cui hanno partecipato diverse migliaia di cittadini che hanno mandato un chiaro messaggio alle autorità di Belgrado con slogan: “Via da Niš” e “O voleranno gli aerei, o il sindaco Darko Bulatović dovrà andarsene”.
Se i cittadini di Niš riusciranno a difendere il loro aeroporto si saprà tra qualche giorno, quando il consiglio comunale sarà chiamato a esprimersi sulla questione. Questa votazione metterà alla prova il potere del presidente Vučić che in più di due mesi non è riuscito a convincere né i consiglieri di maggioranza né i cittadini che il successo dell’aeroporto di Niš è un altro dei suoi meriti storici.
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