Il bilancio di un progetto biennale di scambi economici e culturali tra Friuli Venezia Giulia e Turchia avviato dalla regione su iniziativa dell'associazione Europa Cultura. Nostro resoconto
Due anni continuativi di attività per conoscere da vicino la Turchia e per approfondire il tema dell'eventuale entrata di questo paese nell'Unione Europea: il progetto I Turchi in Europa, avviato in Friuli Venezia Giulia nel 2006 su iniziativa dell'associazione Europa Cultura, si è concluso il 22 ottobre scorso a Udine con l'incontro "Turchia, Mediterraneo ed Europa: scambi di note e di pensieri".
Lo spettacolo ha avuto per protagonista Moni Ovadia, l'artista dalle radici miste e dall'identità al di là di ogni confine (i suoi nonni paterni sono nati in Turchia e vanta parenti disseminati in tutti i Balcani), e ha spaziato dalla musica turca, e dalla filosofia che la sottende, alla capacità che la Turchia ha avuto e ha tuttora di influenzare i paesi balcanici - non solo la vicina Grecia - con la sua cultura, la sua cucina, la sua lingua. A partire dal caffè turco.
Per 24 mesi tra Udine e Trieste si sono susseguiti incontri, concerti, spettacoli, letture sceniche e conferenze, oltre al Forum internazionale che, nel novembre 2007, a poche settimane dalla vittoria elettorale dell'AKP di Erdogan, aveva rappresentato la prima occasione di confronto sulle implicazioni politiche, economiche e sociali connesse al prospettato ingresso della Turchia nell'Ue.
Il cartellone culturale del progetto, inaugurato dall'attore Massimo Somaglino con la coinvolgente presentazione di "Istanbul come autoritratto-Letture da Orhan Pamuk" insieme al musicista Igi Meggiorin, aveva incluso anche l'applauditissima anteprima di Affittasi, la pièce teatrale dello scrittore e giornalista Özen Yula, con la traduzione di Serra Yilmaz, attrice icona di Ferzan Ozpetek, e la regia di Mauro Avogadro.
Tra gli altri memorabili eventi pensati per incuriosire il pubblico friulano nei confronti della Turchia, il significativo concerto tenuto da Gabriel Mandel, vera e propria autorità sufi, oltre che pittore, incisore, scrittore e Vicario Generale per l'Italia della Confraternita Sufi Jerrahi-Halveti. A lui si è affiancato il maestro Fakhraddin Gafarov, ex Direttore del Conservatorio Nazionale di Musica di Baku, rifugiato politico e considerato il miglior suonatore di tar, uno strumento a corde della tradizione azera, iraniana e turca, con la cassa in legno di gelso e il manico in noce.
Il programma dedicato al paese della mezzaluna e stella è proseguito con la mostra di 40 incisioni su "Rùmì e i Mevlevi", che ha reso omaggio a Jalàl àlDìn Rùmì, il fondatore dei Dervisci Roteanti e uno dei più grandi poeti mistici dell'intera umanità, nell'anno coincidente con l'800esimo anniversario della sua nascita, dedicato dall'UNESCO allo straordinario poeta.
Successivamente è stata ospitata a Udine la scrittrice di origine armena Antonia Arslan, presente a un incontro con il pubblico e alla proiezione del film del fratelli Taviani "La masseria delle allodole", tratto dal suo libro più famoso.
Infine, il Friuli Venezia Giulia è stato al centro di una prestigiosa tournée della Compagnia di Stato dei Dervisci Roteanti della Repubblica di Turchia, che ha eseguito il Semà, ovvero la danza rotante Sufi, in tre diverse città della regione.
Per arricchire ulteriormente quest'articolata esplorazione della Turchia svolta sul territorio friulano, un ciclo di conferenze ha affrontato temi di storia e di attualità quali Il divenire della Turchia dal crollo dell'Impero Ottomano a oggi, I possibili effetti economici di un ingresso della Turchia nella Ue, La Turchia e la gestione dei conflitti interni ed esterni e Il contributo all'innovazione da parte della Turchia in rapporto all'Europa. L'indagine dei rapporti tra il nostro mondo e quello turco ottomano è stata approfondita durante vari dibattiti aventi per titolo Venezia e i Turchi e le incursioni ottomane in Friuli; Le missioni archeologiche italiane in Turchia; La pirateria nell'Adriatico a favore e contro gli ottomani. Le tavole rotonde organizzate hanno sviluppato anche temi di carattere socioculturale, quali L'architettura di Sinan: chiave per comprendere la mentalità turca; La democrazia in Turchia tra laicità e islamismo; Mario Nordio - inviato nell'Impero Ottomano. Gli appuntamenti a ingresso libero hanno avuto come protagonisti studiosi italiani e internazionali.
Il lungo percorso di avvicinamento alla Turchia è servito ad attivare le coscienze, generare scambi di idee e concretizzare il ruolo del Friuli Venezia Giulia nella sua apertura verso l'Oriente, in direzione dei nuovi confini individuati dalle trasformazioni epocali degli ultimi quindici anni.
Rapidamente divenuta uno dei nuovi baricentri dell'Unione Europea, la regione del Nordest ha dato dimostrazione di volersi porre come motore, e non come semplice terreno di passaggio, di un faticoso e avvincente processo di integrazione europea. Un dialogo fattivo, con Ankara e la Turchia, è stato costruito nell'ultimo periodo anche grazie ai contatti ed alle missioni ufficiali intraprese da parte della Regione Friuli Venezia Giulia e delle forze imprenditoriali locali, guidate dalla Camera di Commercio di Trieste.
«L'economia permette a popolazioni diverse di poter parlare, perché l'economia è uguale per tutti. È poi dall'economia che si passa all'unione vera e propria», aveva sottolineato il giornalista Gianpaolo Carbonetto, caporedattore del Messaggero Veneto e direttore dell'associazione Europa Cultura. L'occasione è stata il Forum di Trieste, al quale era intervenuto tra gli altri Egemen Bagis, vicepresidente dell'AKP e Consigliere per le Relazioni internazionali del presidente del Consiglio Erdogan, già alla sua settima visita nella città di Trieste.
La partnership commerciale tra Friuli Venezia Giulia e Turchia è ormai consolidata, come avevano dimostrato già l'anno scorso i dati presentati da Antonio Paoletti, il presidente della Camera di Commercio di Trieste, città impegnata da tempo a sostenere una serie di attività di promozione e animazione economica che hanno portato parecchie aziende regionali a investire in Turchia.
Per quanto riguarda le tendenze economiche del Friuli Venezia Giulia, è rilevante che le esportazioni verso la Turchia abbiano registrato un costante aumento, specialmente nei settori della siderurgia, dei prodotti chimici, delle macchine di impiego generale, dei prodotti in metallo e degli articoli in gomma. Il dato più eclatante è che le importazioni complessive dalla Turchia hanno raggiunto nel 2007 il valore dei 100 milioni di euro su un totale di 155 milioni di euro per le importazioni, a fronte di un totale di 188 milioni di euro delle esportazioni.
A favorire il buon esito delle operazioni di interscambio economico, ha contribuito senza dubbio la sottoscrizione di un'intesa tra la Camera di Commercio di Trieste e la Camera di Commercio e dell'Industria di Istanbul, avvenuta l'anno scorso, quando per la prima volta in assoluto una Camera di Commercio turca ha firmato un accordo con una italiana.
Lungimirante è stata anche la creazione di una task force operativa tra le due Camere, in un'azione denominata "Friuli Venezia Giulia-Turchia, un ponte per l'Europa", che ha gettato le basi per future collaborazioni rivolte non solo a Istanbul e al Mar di Marmara, il cuore storicamente industriale della Turchia, ma anche alle prossime mete, soprattutto Ankara. In questo contesto, 130 aziende giuliano friulane hanno partecipato a seminari tecnici, missioni mirate, fiere specialistiche e costituzioni di joint ventures, mentre altre 20 aziende, facenti parte di svariati settori (ambiente, arredo, meccanica, tecnologie avanzate, trasporti, logistica e nautica), sono interessate a futuri coinvolgimenti.
Lungo tutto il 2008 c'è stato un fervente scambio, con l'arrivo di operatori turchi per la fiera udinese Innovaction, e le visite dei friulani in occasione del Boatshow di Istanbul e della kermesse internazionale Subconist, oltre a un desk - tenutosi sempre a Istanbul - per la selezione di partner locali, e la progettazione di un sito web dedicato a questa sinergia tra la regione italiana e la città sul Bosforo.
Il ritorno di intenti non si è fermato soltanto agli affari: da parte della Regione sono stati promossi numerosi eventi culturali presso Villa Tarabya, la sede estiva dell'Ambasciata d'Italia a Istanbul.
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