La Turchia esce dalla Convenzione di Istanbul
22 marzo 2021
Il 20 marzo la Turchia con un decreto presidenziale si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul.
La Convenzione di Istanbul è stata promossa nel 2011 dal Consiglio d’Europa per prevenire e combattere la violenza contro le donne. La Turchia nel 2012 fu il primo paese a ratificare il documento con il sostegno dell'AKP, partito di maggioranza allora come oggi, guidato dall'attuale presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
L’accordo obbliga i governi ad adottare una legislazione di contrasto contro tutte le forme di violenza contro le donne e contro le discriminazioni per orientamento sessuale e di genere. Per i conservatori turchi, il provvedimento minerebbe però le basi della famiglia incoraggiando il divorzio e dando spazio nella società alla comunità Lgbtq.
Immediate sono state le proteste da parte della società civile. Molte donne sono scese in piazza in varie città, organizzandosi grazie alla piattaforma turca on-line “Noi fermeremo il femminicidio”.
Secondo l’agenzia di stampa indipendente Bianet che tiene sul proprio sito dei regolari report sulla violenza maschile , nel solo 2020 in Turchia almeno 284 donne sono state uccise e 792 sono state vittime di violenza.
La decisione del ritiro è stata duramente commentata anche dai massimi funzionari dell'Unione europea.
Marija Pejčinović Burić Segretario generale del Consiglio d'Europa ha dichiarato il rammarico “per la decisione del Presidente della Turchia di ritirarsi da questa Convenzione ampiamente sostenuta nel paese, senza alcun dibattito parlamentare... L'uscita dalla Convenzione priverebbe la Turchia e le donne turche di uno strumento fondamentale per contrastare la violenza.”
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione dell'Unione europea, retwittando il messaggio dell’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri Josep Borrell ha condiviso l'amarezza per la decisione del governo turco di ritirarsi dalla Convenzione, esortando la Turchia a revocare la propria decisione.