La crisi della libertà di stampa in Turchia si è ulteriormente aggravata nell’ultimo anno, affermano cinque organizzazioni internazionali per la libertà dei media e il giornalismo
I giornalisti in Turchia subiscono forti vessazioni e intimidazioni per il loro lavoro, inclusi incarcerazioni e procedimenti giudiziari arbitrari, mentre i responsabili di attacchi e minacce contro la stampa godono di allarmanti livelli di impunità.
Un argomento chiave è la legge turca sulla disinformazione. Nonostante le autorità abbiano in passato assicurato che il provvedimento non sarebbe stato utilizzato per punire i giornalisti, nell’ultimo anno almeno 20 professionisti dei media sono stati presi di mira (di cui tre incarcerati) sulla base della controversa legge, principalmente in relazione alla copertura mediatica dei terremoti del febbraio 2023.
La sicurezza fisica rimane una fonte di grave preoccupazione, con esempi allarmanti di minacce e violenze nei confronti dei giornalisti, mentre le autorità sono reticenti a condurre indagini efficaci e a fornire adeguate misure di protezione. Nel frattempo, politici, autorità governative e tribunali continuano a equiparare il giornalismo critico alla “propaganda terroristica”, alla disinformazione o a una minaccia alla sicurezza nazionale, aumentando ulteriormente la vulnerabilità fisica e legale dei giornalisti.
Il quadro giuridico generale si è ulteriormente deteriorato. Le crescenti persecuzioni legali e l’uso sistematico della custodia cautelare, che di fatto si traduce in una punizione senza condanna, sono tendenze preoccupanti che si uniscono alla ridotta efficacia della Corte Costituzionale nello far sì che i tribunali di grado inferiore implementino le sue sentenze, e il Parlamento turco ad affrontare le violazioni identificate dalla Corte stessa.
Una tendenza preoccupante è emersa inoltre in tema di visti negati, ritardi e procedure asfittiche per i giornalisti in Turchia che hanno richiesto un visto per l'Europa. Tendenza che mina la capacità dei giornalisti del paese di costruire e sostenere legami con i loro colleghi all’estero.
Guidata dall'International Press Institute (IPI) e dal Comitato nazionale turco dell'IPI, la missione ha incluso rappresentanti del Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ), del Centro europeo per la libertà di stampa e dei media (ECPMF), di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (OBCT), e Reporter Senza Frontiere (RSF).
Il comunicato stampa completo è disponibile in inglese .