La libertà non è gratuita
16 ottobre 2019
"La libertà non è gratuita". Così scrive il cestista turco dei Boston Celtics Enes Kanter, che si è espresso in più occasioni contro la deriva autoritaria del presidente Recep Tayyip Erdoğan.
In un tweet del 15 ottobre scorso, Kanter ha denunciato il raid turco in Siria ed invocato sanzioni da parte degli Stati Uniti al governo del presidente turco. Subito dopo ha postato un altro tweet in cui dichiarava il prezzo che ha dovuto pagare nello schierarsi pubblicamente in questi ultimi anni contro Erdoğan.
“Non vedo e non parlo con i miei genitori da 5 anni. Hanno imprigionato mio padre. I miei fratelli non riescono a trovare lavoro. Il mio passaporto è revocato. E’ stato emesso un mandato di arresto internazionale. La mia famiglia non può lasciare il Paese. Ogni giorno ricevo minacce di morte. Sono attaccato, molestato. Hanno cercato di rapirmi in Indonesia. LA LIBERTA’ NON E’ GRATUITA”.
La sua forza si distingue in questi giorni in cui desta scalpore la nazionale di calcio turca che fa il saluto militare in appoggio alle azioni di Erdoğan contro i curdi e ci lascia ben intuire quale sia il clima di pressione che i turchi stanno vivendo. In una recente intervista al Boston Globe Kanter ha dichiarato: "Mi hanno chiamato terrorista, hanno chiesto all’Interpol di arrestarmi. Starei marcendo in galera se fossi tornato in Turchia. Restare lontano dalla mia famiglia è un sacrificio enorme, una sfida complicata da vincere".
Kanter è nato in Svizzera nel 1992 da genitori turchi rientrati poi in Turchia dove lui è cresciuto. Ha giocato nella nazionale giovanile turca di basket per poi trasferirsi giovanissimo negli Stati Uniti dove ora gioca nella principale lega di basket, l'NBA.
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