Decine di intellettuali, tra i quali tre Nobel per la Letteratura, in una lettera di protesta chiedono il rilascio del giornalista Ahmet Altan e del fratello Mehmet, arrestati il 10 settembre
Il 10 settembre scorso, come riportato dal quotidiano turco Hurriyet Daily News, il famoso giornalista Ahmet Altan e il fratello accademico ed editorialista, Mehmet Altan, sono stati arrestati.
La denuncia dell'arresto era stata resa pubblica dalla "Platform for Independent Journalism (P24)" con sede in Turchia e la causa dell'arresto sarebbero le dichiarazioni dei "fratelli Altan" rilasciate durante un programma Tv prima del tentato golpe avvenuto il 15 luglio.
Scrive Hurriyet che la causa dell'arresto è stata confermata anche dall'agenzia stampa turca Anadolu, secondo la quale i due sono stati arrestati per le parole che avevano espresso durante un programma della Can Erzin TV il 14 luglio, alla quale inoltre aveva partecipato anche il giornalista Nazlı Ilıcak, poi arrestato il 29 luglio con accuse di terrorismo correlato al tentato golpe. Durante il programma i sospettati "hanno mandato messaggi subliminali suggerendo il golpe militare", come riporta un documento ufficiale fatto pervenire alla polizia dall'ufficio della Procura.
Immediata la reazione di scrittori, professori, accademici ed editori che condannano in una lettera la "vendetta del governo" turco e chiedono l'immediato rilascio dei fratelli Altan. Tra gli oltre cento firmatari vi sono tre Nobel per la Letteratura - Orhan Pamuk, JM Coetzee e Herta Müller – ma anche nomi come il linguista Noam Chomsky, il filosofo Étienne Balibar, lo scrittore Roberto Saviano e il musicista Nick Kave.
Rapida anche la reazione di organizzazioni che si dedicano alla tutela della libertà di stampa e dei giornalisti. In Italia, la Federazione Nazionale Stampa Italiana, per voce del presidente Beppe Giulietti e del segretario Raffaele Lorusso, ha annunciato che "si farà promotrice di un'iniziativa comune sotto l'egida delle Federazioni internazionale ed europea dei giornalisti per affiancare quei cronisti che hanno deciso di sfidare la galera pur di continuare a lottare per la libertà e i diritti in Turchia". Nel frattempo oggi, 14 settembre, ha promosso una riunione tra giornalisti e associazioni di categoria nei pressi dell'ambasciata turca a Roma, nel corso dalla quale verrà letto l'appello.
Barbara Scaramucci ed Elisa Marincola, presidente e portavoce di Articolo 21, hanno precisato: "Sottoscriviamo con convinzione e rilanciamo l’appello dello scrittore turco Orhan Pamuk contro l’ondata di repressione e arresti che nel suo paese sta tacitando chiunque abbia posizioni diverse dal presidente e dal governo".
Link al testo originale della lettera su "Platform 24". Alla data del 14 settembre i firmatari solo saliti a 214.
Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto
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