Condannati per favoreggiamento in crimini di guerra Stanišić e Simatović
1 luglio 2021
La pandemia ha obbligato il MICT - Meccanismo residuale del Tribunale penale internazionale dell'Aja per i crimini nella ex Jugoslavia a rinviare, oltre al processo a Ratko Mladić, anche il processo ereditato nel 2017 dal TPI a carico dei due ex funzionari dei servizi segreti della Serbia, Jovica Stanišić e Franko Simatović. Ieri, 30 giugno, la sentenza di primo grado con la condanna a 12 anni di carcere ciascuno.
Jovica Stanišić, ex capo dei servizi di sicurezza del ministero degli Interni della Repubblica di Serbia (Službe državne bezbednosti) tra il 1991 e il 1998 e il suo braccio destro, Franko Simatović (a capo dell'unità per le operazioni speciali), erano stati arrestati il 30 maggio 2003 in Serbia e trasferiti all’Aja poco dopo. Il primo atto di accusa li indagava per complicità in “impresa criminale congiunta” volta a "liberare" con la forza da tutti i non-serbi vaste aree della Croazia e della Bosnia Erzegovina perpetrando crimini di guerra e crimini contro l'umanità quali persecuzione, omicidio, deportazione e atti disumani.
Quello conclusosi ieri è in realtà un nuovo processo. I due imputati erano stati infatti assolti in prima istanza nel 2013. Come scriveva Caterina Bonora per OBCT, “non tanto perché questi crimini non potessero essere provati - il Tribunale aveva infatti stabilito che i crimini erano stati commessi, con l’aggravante di un chiaro intento discriminatorio nei confronti delle popolazioni non serbe di Croazia e Bosnia Erzegovina; quanto perché tali crimini non potevano essere attribuiti a Stanišić e Simatović, il cui ruolo sarebbe stato solo quello di contribuire a formare e ad appoggiare finanziariamente e logisticamente le unità militari speciali che si erano poi rese colpevoli dei crimini summenzionati.”
Nel dicembre del 2015 la corte d’appello del Tribunale Internazionale dell’Aja ha emesso una sentenza che capovolgeva quanto stabilito nel 2013, ribaltando la giurisprudenza precedente e riaprendo la discussione sulle responsabilità di Belgrado per i crimini commessi in Bosnia Erzegovina e Croazia. Aveva così deciso l’avvio di un nuovo processo, iniziato il 13 giugno 2017 presso il Meccanismo residuale del Tribunale penale internazionale dell'Aja per i crimini nella ex Jugoslavia che ha sostituito il TPI.
“L’accusa”, come riporta il sommario della sentenza di ieri , “non sostiene che gli imputati abbiano commesso fisicamente i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità inseriti nell'atto d'accusa. Sostiene che li hanno commessi partecipando a un'impresa criminale congiunta. In subordine, la Procura sostiene che gli imputati sono responsabili di aver pianificato, ordinato e/o aiutato e favorito la commissione di tali reati.”
Dai 12 anni di condanna verrà detratto il tempo già trascorso in detenzione da Stanišić e Simatović. Trattandosi di sentenza di primo grado, sia la difesa che l'accusa hanno diritto di presentare ricorso in appello.
Il video integrale della lettura della sentenza
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