Kakanj solidale con la città di Bergamo
23 marzo 2020
Bergamo e Kakanj, città a 45 km a nord ovest di Sarajevo, sono state legate da un intenso rapporto di cooperazione tra comunità fin dai tempi del conflitto e durato per anni. Un ponte solidale che non è mai stato dimenticato e che ha spinto il sindaco di Kakanj a inviare una lettera di sostegno alla città lombarda colpita pesantemente dalla pandemia Covid-19.
"La città di Bergamo è un importante amico di Kakanj, non possiamo e non dobbiamo dimenticarci dell’aiuto che ci ha offerto e per questo ci stringiamo a loro in questi difficili momenti". Inizia così il post che il sindaco di Kakanj, Aldin Šljivo, ha pubblicato il 22 marzo sulla pagina ufficiale del comune, per informare le cittadine e i cittadini della lettera di solidarietà che aveva inviato al sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, il giorno prima.
Ma com’è nato questo forte legame? Si deve tornare agli anni della guerra 1992 -1996 e al movimento di solidarietà che si mosse in aiuto alle popolazioni della ex Jugoslavia. Come in altre città d’Italia, a Bergamo si creò nell’autunno del ‘92 un comitato cittadino, il “Comitato Accoglienza Profughi Ex Jugoslavia”, che oltre al comune coinvolgeva diverse realtà della città e che cominciò a raccoglie la disponibilità di famiglie, gruppi e singoli per offrire ospitalità ai profughi per il periodo invernale.
Un comitato che negli anni ha visto il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di associazioni, sindacati, scuole, enti locali della provincia oltre che gruppi di cittadini. Dal primo pullman di 41 profughi, donne e bambini, arrivato a Bergamo nel gennaio 1993, al volontariato nei campi profughi lungo la costa croata fino al trasporto di aiuti umanitari in Bosnia, queste attività sono proseguite poi dal 1994 in seno al “Comitato Bergamo per Kakanj” anche con l’apertura di un ufficio in loco che ha operato per diversi anni nella ricostruzione post-bellica.
Un rapporto tra città, dunque anche tra cittadine e cittadini, che è rimasto forte, come testimonia la lettera che pubblichiamo nelle due lingue:
Spett.le Sindaco Giorgio Gori,
Siamo profondamente colpiti dalla tragedia che si è verificata nell’amica città di Bergamo e a danno dei suoi cittadini, buone persone che hanno teso una mano di salvezza a noi cittadini di Kakanj durante la guerra e che in seguito ci hanno consentito di risollevarci dalla cenere.
Spettabile Sindaco e cittadini di Bergamo, in questi difficili giorni i nostri cuori battono per voi. Siete nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere.
Desideriamo dal profondo del nostro animo condividere con voi un forte messaggio di emozione e amore amichevole perché non abbiamo dimenticato e mai dimenticheremo la vostra bontà.
La tristezza che vivete è anche la nostra tristezza. Sentiamo il vostro dolore e vogliamo che sappiate che siamo profondamente solidali con voi.
Vi trasmettiamo un messaggio di coraggio, speranza e ottimismo.
Bergamo e Kakanj per sempre amici, nella gioia e nella felicità ma anche quando giungono giorni avvolti dalla tristezza.
Il Sindaco di Kakanj, Aldin Šljivo
Poštovani Načelnik Giorgio Gori,
Duboko smo pogođeni tragedijom koja je zadesila naš prijateljski grad Bergamo i njegove građane, dobre ljude koji su nama Kakanjcima pružili ruku spasa u ratnim godinama i postratnoj obnovi i izdizanju iz pepela.
Poštovani načelniče i građani Bergama, u ovim teškim danima naša srca kucaju za vas. U našim ste mislima i molitvama.
Šaljemo vam snažnu emociju i prijateljsku ljubav, iz dna duše, s porukom da vašu dobrotu nikada nismo zaboravili i nikada nećemo.
Vaša tuga koju ste doživjeli je i naša tuga. Osjećamo vašu bol i duboko suosjećamo s vama.
Šaljemo vam poruku ohrabrenja, nade i optimizma.
Bergamo i Kakanj, zauvijek prijatelji, i u sreći, i kada dođu teški dani obavijeni tugom.
Načelnik Općine Kakanj Aldin Šljivo
Il lungo rapporto di cooperazione tra le città di Bergamo e Kakanj, sono state analizzate da Davide Denti basandosi su documenti e interviste. Si veda il testo dell'analisi "Bergamo-Kakanj: un'esperienza di cooperazione decentrata " pubblicata da OBCT nell'ambito del progetto "Cercavamo la pace "