Liberate Florence Hartmann
29 marzo 2016
Oltre 100 organizzazioni, singoli giornalisti e attivisti per i diritti umani hanno firmato una petizione che richiede l'immediata liberazione di Florence Hartmann, arrestata dagli agenti del Tribunale Penale per l'ex Jugoslavia (TPJ) giovedì scorso all'Aja.
Una pagina Facebook dello stesso tenore, che raccoglie informazioni e messaggi di solidarietà alla Hartmann, ha ottenuto quasi 5.000 “like” in pochi giorni.
Florence Hartmann è una giornalista francese, già corrispondente del quotidiano Le Monde. Dal 2000 al 2006 è stata portavoce della Procura del Tribunale Penale per l'ex Jugoslavia.
Quando è stata arrestata, la settimana scorsa, stava attendendo la lettura della sentenza nei confronti dell'ex leader serbo bosniaco, Radovan Karadžić, insieme a rappresentanti delle associazioni delle vittime. Le donne bosniache presenti hanno inutilmente cercato di difenderla dai poliziotti.
Il motivo dell'arresto è la condanna inflitta alla Hartmann nel 2011 dal Tribunale per l'ex Jugoslavia per vilipendio della Corte. La giornalista era stata ritenuta colpevole di aver dato notizia di decisioni segrete del Tribunale in un suo libro, Paix et Chatiment, e in un articolo pubblicato dal Bosnian Institute di Londra, Vital Genocide Documents Concealed .
Le decisioni del Tribunale riguardavano documenti che proverebbero il coinvolgimento della Serbia nel genocidio di Srebrenica del 1995. In particolare, i documenti in questione sono trascrizioni (minute) di riunioni del Consiglio Serbo di Difesa, che erano state inviate al Tribunale Penale per l'ex Jugoslavia dal governo serbo durante il processo Milošević.
Nel 2007 la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha deliberato nel caso sollevato dalla Bosnia Erzegovina contro la Serbia per violazione della Convenzione sul Genocidio, stabilendo la non responsabilità di Belgrado. Secondo la giornalista, se la CIG avesse avuto a disposizione i documenti che il Tribunale per l'ex Jugoslavia aveva secretato, il verdetto sarebbe stato differente.
La Hartmann era stata condannata a una multa di 7.000 euro, convertita in sette giorni di detenzione dopo che la giornalista aveva deciso di non pagare. Nel dicembre 2011, la Francia aveva rifiutato una richiesta di estradizione da parte del Tribunale.
Dopo l'arresto, l'avvocato della giornalista, Guenael Mettraux, ha dichiarato che la Hartmann è tenuta in isolamento con la luce accesa per 24 ore e controlli ogni 15 minuti, la procedura che il Tribunale riserva agli imputati di crimini di guerra appena vengono trasferiti nell'unità di detenzione di Scheveningen.
Nel rivelare al pubblico documenti che possono aiutare a capire il contesto nel quale si sono svolte le guerre in ex Jugoslavia, e il genocidio di Srebrenica, Florence Hartmann ha semplicemente fatto il proprio dovere di giornalista. Per questo la sua detenzione è scandalosa, e rappresenta un segnale preoccupante del clima di intimidazione nei confronti dei giornalisti che, sotto forme diverse, si sta diffondendo in Europa.
Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto