Sarajevo verso la candidatura UE? Ma Bruxelles ricorda le questioni in sospeso

12 gennaio 2016

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L'ambasciatrice della Bosnia Erzegovina presso l'UE, Lidija Topić, ha affermato che il governo bosniaco ha intenzione di presentare la propria candidatura per l'adesione all'Unione europea entro fine gennaio, all'inizio della presidenza olandese del Consiglio UE.

In un incontro con il Commissario UE alla cooperazione internazionale, il croato Neven Mimica, la Topić ha affermato che la candidatura sarà un incentivo a continuare il lavoro per rafforzare la stabilità e la funzionalità delle istituzioni pubbliche nel paese. Topić ha rimarcato il successo delle istituzioni politiche bosniache nell'adozione dell'"Agenda di Riforme" e di altri documenti strategici richiesti dall'UE, e la novità di un Progress Report 2015 finalmente positivo, dopo vari anni, da parte della Commissione europea.

Avendo rispettato le condizioni richieste, e dopo l'entrata in vigore nel 2015 dell'Accordo di stabilizzazione e associazione (ASA), il governo bosniaco sarebbe ora pronto a presentare a Bruxelles la propria domanda d'adesione.

Ma la delegazione UE a Sarajevo ha subito raffreddato gli animi, ricordando al portale Klix.ba come restano ancora vari problemi aperti da risolvere. In primo luogo per ciò che riguarda le questioni commerciali: "L'accordo ASA deve essere adattato all'adesione della Croazia all'UE." L'UE ha sospeso dal primo gennaio il regime di preferenze commerciali unilaterali a favore della Bosnia Erzegovina, poiché i politici bosniaci continuano a rifiutarsi di adattare l'accordo per tenere conto dei volumi tradizionali di commercio tra Bosnia e Croazia, oggi stato membro UE. In secondo luogo, resta da determinare la questione del "meccanismo di coordinamento" tra le diverse autorità bosniache competenti sui dossier di rilevanza per l'UE. Infine, ricorda la delegazione, "è necessario che i risultati del censimento [del 2013, ndr] vengano pubblicati senza ulteriori ritardi", arrivando ad una veloce soluzione della questione della metodologia per determinare lo status di residente.

"Pubblicare i risultati del censimento è una nuova condizione dell'UE?", si chiede Adnan Ćerimagić, analista di ESI. "L'Agenda di Riforma non diceva che i risultati del censimento dovessero essere pubblicati, ma chiedeva solo che 'Pieno sostegno sia dato per il completamento con successo del censimento della popolazione e delle abitazioni in Bosnia Erzegovina, in piena conformità con le previsione della Legge sul Censimento, i regolamenti associati, e gli standard statistici UE sui censimenti'". I contorni dell'Agenda di Riforma, sostiene Ćerimagić, erano d'altronde vaghi sin dall'inizio: "Nessuno conosce di preciso quali sono le riforme richieste, e come l'UE supervisionerà il processo. Non è chiaro chi potrà dire 'ecco, la Bosnia-Erzegovina ha fatto abbastanza e ora può depositare domanda di adesione'. E' mia opinione che dobbiamo fare domanda al più presto possibile", conclude Ćerimagić.