Summit UE-Balcani occidentali a Sofia: fiasco annunciato?
9 aprile 2018
Il prossimo 17 maggio è previsto a Sofia, Bulgaria, un summit tra i capi di stato dell'Ue e quelli dei Balcani occidentali.
A fine marzo gli ambasciatori degli stati Ue hanno discusso il testo di una possibile “Dichiarazione del summit di Sofia” ed è risultato chiaro che non sono da aspettarsi grandi novità dall'incontro tra i capi di stato Ue e dai loro omologhi di Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia.
Principale pomo della discordia la presenza del Kosovo al tavolo degli invitati. Cinque stato Ue – Cipro, Grecia, Romania, Slovacchia e Spagna – non hanno mai riconosciuto la sua dichiarazione di indipendenza del 2008. Per questo, nel documento, i membri Ue sono definiti “stati” mentre gli altri sei partecipanti al summit “partner dei Balcani occidentali”.
Secondo fonti diplomatiche Spagna, Grecia, Cipro e Romania avrebbero anche espresso il proprio disappunto per il titolo del documento presentato come “dichiarazione” e preferirebbero invece un meno altisonante “conclusioni della presidenza bulgara”.
Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha addirittura sottolineato che potrebbe boicottare il summit per evitare di sedersi allo stesso tavolo - o comparire nelle foto ufficiali - assieme al presidente del Kosovo Hashim Thaçi. Una linea dura conseguenza diretta del referendum sull'indipendenza della Catalogna dell'ottobre 2017.
Altri stati membri, che hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, avrebbero invece contestato un passaggio del testo in cui si afferma che “l’UE riafferma il suo sostegno alla prospettiva europea dei Balcani occidentali. Il cammino europeo rimane fondato sul rispetto dei criteri e dei meriti individuali”. Secondo questi membri Ue l'allargamento non dovrebbe essere oggetto discusso nel summit di maggio.
Al contrario Austria, Croazia e Italia avrebbero fatto pressioni per mantenere un linguaggio ambizioso, sullo stile del summit con i Balcani occidentali tenutosi a Salonicco nel 2003, nel corso del quale l'Ue aveva unanimemente dichiarato che i paesi avevano una concreta ambizione a entrare nel club europeo.
In un annesso al progetto del documento si indicherebbero poi azioni concrete per rinforzare i legami tra l'Ue e i Balcani occidentali. Tra le varie la finalizzazione del mercato energetico regionale, il sostegno alla nuova strategia ferroviaria volta ad integrare i Balcani occidentali nella rete europea, il raddoppio del programma Erasmus+ e il sostegno ai progetti dell'autostrada Adriatico-Ionica che dovrebbe collegare la costa croata, montenegrina ed albanese e al progetto della cosiddetta "Autostrada della pace" tra Niš e Pristina.
Link: Radio Slobodna Evropa