Una poesia, scritta da un ragazzo che vive in Albania recluso da anni a causa della pratica della vendetta di sangue. Un inno alla vita, un'esortazione a fare in modo che le cose cambino

14/10/2016 -  E.

E. è un giovane che fin dalla sua infanzia si trova incastrato nel fenomeno delle "vendette di sangue". La sua infanzia è fatta di paura, autoreclusione e isolamento, la sua gioventù si trova in equilibrio fra frustrazione e ricerca di una terza via tra l'essere ucciso e uccidere. E. sta camminando su questa terza strada anche se il cammino sarà ancora lungo. Di seguito uno scritto che E. ha voluto regalare a Operazione Colomba, che da anni lo segue nel suo difficile percorso.

Ero un piccolo bambino e camminavo lungo la mia strada, a passi felici.

Il cielo era blu!

C’era anche molta luce.

Avevo un desiderio, un sogno, un obiettivo da realizzare.

Ma una nuvola nera oscurò il cielo, il sole scomparve, ci fu un terremoto, non vidi più nulla.

Persi il controllo della situazione.

Sentii una voce che mi chiamò da lontano, e mi disse: ora rimani qui!

Senza aspettare oltre, iniziai a riaprire gli occhi e a guardarmi intorno.

Vidi che ero solo, in una stanza

che aveva muri, muri, solo muri.

Non capivo dove fossi.

Neppure cosa stessi facendo,

avrei solamente voluto trovare una porta per scappare il più velocemente possibile da lì.

C’erano molte tenebre che mi spaventavano.

Erano proprio quelle tenebre che volevano lottare contro di me.

Cercai aiuto, ma nessuno mi sentiva o fingevano di essere sordi.

In quel momento mi abbattei molto. Quelle tenebre mi resero triste.

E loro non si interessavano a me.

Continuarono a combattere contro di me, anche se piccolo!

Dentro quelle mura, senza nessuna luce.

Eh! Furono proprio quelle tenebre senz’anima che distrussero ogni cosa.

Furono loro che presero i miei sogni.

Furono loro che rubarono i miei desideri.

Furono quelle tenebre maledette che mi allontanarono dagli amici.

Sì. Sì. Furono proprio quelle tenebre che stavano distruggendo la mia famiglia.

Furono quelle tenebre senz’anima che presero anche la mia vita.

E tutto quello che mi rimase furono delle amiche di nome lacrime.

Il tempo passava e io non capivo cosa stesse succedendo.

Desideravo capire cosa fossero queste tenebre.

Senza che aspettassi molto, trovai un libro impolverato che era lì da numerosi anni.

Pulendolo dalla polvere capii cosa c’era scritto sopra.

Vidi che era un vecchio libro, di un uomo nobile, di nome Lek.

Capii che era il suo libro.

Che aveva scritto alcune leggi,

proprio le leggi delle tenebre.

Continuavo a leggere le varie regole dentro quel libro di molte parole.

E attraverso ciascuna di queste regole, le tenebre ferivano il mio cuore.

Non avevo pazienza, desideravo leggerlo velocemente fino alla fine.

Nelle parole conclusive del libro c’era una bella frase:

Ognuna delle leggi scritte in questo libro sono per le tenebre e sono solo per coloro che amano le tenebre.

Ma tu continua a lottare per la libertà.

Capii cosa mi mancava.

Iniziai a cercarla in ogni angolo, in ogni tempo, in ogni luogo.

Sono già molti anni che continuo a cercare.

Stanco, disperato,

morto nell’animo senza una tomba.

Non mi hanno lasciato niente queste tenebre, se non un ultimo respiro.

Ma continuo a lottare contro di loro.

Che vorrebbero prendermi anche questo respiro o la vita stessa.

Che vorrebbero che io perdessi questa guerra.

Ma loro non sanno che io non perdo mai.

Quelle tenebre non mi conoscono bene.

Che mi prendano tutto. Che mi uccidano.

Il mio spirito continuerà a vivere libero...

(Scritto da E. – Liberamente tradotto in italiano da Giacomo Bandini)