Un'immagine tratta da “A Good Wife – Dobra žena”, regia di Mirjana Karanović

Il film “A Good Wife – Dobra žena”, esordio alla regia della grande attrice Mirjana Karanović, ha vinto il concorso lungometraggi del 28° Trieste Film Festival, preferita dal voto del pubblico in sala tra i dieci lavori in lizza

07/02/2017 -  Nicola Falcinella

La 28a edizione della rassegna dedicata al cinema dell'est, conclusasi il 29 gennaio, è durata nove giorni ricchi di proposte e ospiti e chiusi con un doppio botto da grande festival: le presenze di Monica Bellucci e Marco Bellocchio. L'attrice ha introdotto, con stile da grande star, il film di chiusura, “On The Milky Road” di Emir Kusturica di cui è protagonista a fianco del regista di “Underground”, e ha ritirato l'Eastern Star Award. Bellocchio ha ricevuto il premio di miglior film italiano del 2016 assegnato con un referendum dei critici del sindacato nazionale critici cinematografici per “Fai bei sogni” e ha tenuto un incontro pubblico sul suo cinema.

I premi

Il concorso lungometraggi è stato vinto dal film “A Good Wife – Dobra žena”, esordio alla regia della grande attrice Mirjana Karanović.

Nel concorso documentari il premio è andato al bel polacco “Communion - Komunia” di Anna Zamecka, con una ragazzina che si prende cura del fratello autistico che si deve preparare alla Prima comunione e a un pranzo che dovrà riunire una famiglia con genitori separati e non in grado di badare ai figli.

Il premio speciale assegnato per il secondo anno da Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa a un documentario è stato attribuito al bulgaro “The Good Postman” di Tonislav Hristov, su un postino che si candida a sindaco in un piccolo paese posto proprio sul confine con la Turchia dove transitano i rifugiati. Questa la motivazione: “Narrando in parallelo due storie drammatiche – di un mondo che fugge e di uno che scompare -The Good Postman ci accompagna alla periferia d'Europa rimettendo l'umanità al centro. Mentre ci accompagna con la musica tradizionale nella profondità della campagna bulgara, il film prova a riconciliare le speranze di una vita migliore dei migranti in transito con quella degli abitanti di un villaggio in stato di abbandono. “The Good Postman” è un film che crede nella democrazia, nel dialogo, che dà voce alla lungimiranza e alla generosità di persone semplici. È universale e locale allo stesso tempo e ci spinge a riflettere sulle scelte che ognuno di noi deve fare”.

Il bellissimo documentario, avvolgente e ipnotico, “La natura delle cose” di Laura Viezzoli, un anno con un malato di Sla che non si rassegna a stare prigioniero nel proprio corpo, si è aggiudicato il premio Corso Salani, intitolato all'indimenticabile attore e regista scomparso nel 2010, scelto tra quattro film italiani in attesa di distrubuzione. Un'eccezione, in mezzo a tante donne vincitrici, il miglior corto votato dal pubblico, “Written / Unwritten” del romeno Adrian Silisteanu.

Il cinema romeno è stato ancora una volta protagonista, in primis con l'anteprima italiana “Sieranevada” di Cristi Puiu, una commedia familiare amara dai tanti risvolti già in concorso al Festival di Cannes e nelle sale in aprile. In concorso, pur senza riconoscimenti, c'era “By The Rails - Dincolo de calea ferată” di Cătălin Mitulescu, storia di una coppia dopo il rientro del marito che ha lavorato un anno all'estero, e fuori gara il rigoroso “Scarred Hearts - Inimi Cicatrizate” di Radu Jude, già Premio speciale della giuria al Festival di Locarno. Puiu, capofila del “nuovo cinema romeno” (è solo “un'etichetta” data a un movimento “creato dal Festival di Cannes”, ha precisato) con i premi a “La morte del signor Lazarescu” nel 2005, ha tenuto una seguitissima e intensa masterclass.

Proiezione speciale per il restaurato “Dolina miru – La valle della pace” (1957) di France Štiglic, uno dei capolavori del cinema sloveno, un'opera a lungo dimenticata e premiata al Festival di Cannes nel 1957 con il Prix per il miglior interprete maschile a John Fitzmiller. Questi era un attore americano di colore naturalizzato italiano, con un'intensa carriera nel nostro cinema, e primo afroamericano a vincere un premio da interprete in un grande festival. È la storia di due bambini, rimasti senza genitori dopo un bombardamento, che fuggono verso la valle della pace e incontrano per la loro strada un pilota dell'aviazione che si è salvato nella caduta del suo aereo. Una fiaba senza tempo sull'amicizia e il sogno dell'assenza di conflitti che merita di essere recuperata.

Una buona moglie

Tornando al lungometraggio premiato, “A Good Wife – Dobra žena” conferma Karanović, che ne è regista e interprete, come una delle coscienze critiche del suo Paese. L'attrice già protagonista di “Grbavica – Il segreto di Esma” e per questo criticata in patria, capace di affrontare anche le pagine più buie e discutibili della storia recente.

Dopo i titoli, si apre su Milena che si sottopone a una visita medica, mentre è imminente una festa in famiglia. È la brava moglie del titolo, una cinquantenne coniugata con un imprenditore di successo, che conduce una vita senza problemi. Le scoprono però un tumore al seno che inizialmente non prende troppo in considerazione finché trova alcune vhs del marito Vlada: nelle vecchie immagini lo vede prendere parte all'uccisione di civili bosniaci durante la guerra, come componente dell'unità degli Scorpioni. Per la donna inizia un percorso esistenziale dentro l'inaspettato, faccia a faccia con una paura che ha molti volti: la malattia nascosta diventa metafora del non detto e Milena deve pensare se è possibile continuare a vivere con un criminale di guerra.

Ne esce il quadro di una società connivente e violenta, dove anche i vicini appartenevano al gruppo paramilitare, che la protagonista prova a sfidare. "Si può togliere e ricostruire", le dice il chirurgo incoraggiandola: sarà lo stesso anche con le colpe dei singoli e dei popoli? Karanović si mette in gioco a più livelli e vince l'azzardo, con un film registicamente lineare ma intenso e basato sui personaggi e le interpretazioni. “Oggi compio sessant'anni, ma non mi sono mai sentita così creativa e piena di voglia di fare e sto preparando un nuovo film”, ha affermato la regista ritirando il premio.