La storia di una cooperativa agricola di donne albanesi e serbe protagonista di un nuovo modello di sviluppo rurale e dialogo tra le comunità in Kosovo
Klinë/Klina è un piccolo centro urbano situato alla confluenza tra il fiume omonimo da cui prende il nome e il Drini Bianco, nel Kosovo occidentale, cioè quella regione che gli albanesi chiamano Piana di Dukagjini e i serbi Metochia. Qui, come in altre parti del paese, la toponomastica riflette l’eterogeneità della popolazione e le diverse narrazioni che legano una comunità alle terra dove vive.
Il conflitto che ha segnato la seconda metà degli anni Novanta, ha ridisegnato pesantemente questa eterogeneità senza riuscire ad eliminarla. Oggi la geografia umana del territorio di Klinë/Klina è caratterizzata da un centro urbano a maggioranza albanese musulmana e da una cintura di villaggi con una rilevante componente albanese cattolica e serba ortodossa. È in questi villaggi che ha inizio la storia di EVA.
Negli anni immediatamente successivi alla guerra, con il progressivo ritorno dei rifugiati nei loro luoghi d’origine, è emerso il bisogno di riallacciare i rapporti che l’appartenenza a gruppi etnici differenti aveva reso difficile o impossibile preservare negli anni più duri del conflitto.
Sostenute dall’ONG italiana RTM/Volontari nel Mondo , un gruppo di donne albanesi, cattoliche e musulmane, e serbe ortodosse ha iniziato ad incontrarsi periodicamente, prima in modo informale e poi in modo via via più sistematico. Da questa esperienza è nata INDIRA, associazione di donne che quest’anno celebra dieci anni di attività e che raggruppa circa sessanta socie.
La nascita di EVA
Nel corso degli anni INDIRA è stata luogo di ritrovo, confronto e discussione, ma soprattutto ha posto le basi per un dialogo proficuo tra donne albanesi e serbe che vivono in questa area rurale ed economicamente depressa del Kosovo. Questo dialogo non ha tardato a dare frutti, portando queste donne a prendere coscienza della necessità di un loro ruolo attivo nella ricostruzione economica e sociale del loro paese. Nel 2013, alcune socie di INDIRA fondarono la Cooperativa EVA , dopo aver deciso di avviare un’attività economica nel settore della carne suina, fonte di reddito tradizionale per le comunità albanese-cattolica e serbo-ortodossa.
Sempre con il supporto di RTM, EVA ha poi elaborato un progetto ambizioso e affascinante. Intitolato AWARE, acronimo di Action of Women in Agribusiness for a new Regional Economy , il progetto unisce l’empowerment economico delle donne – in un’area in cui la disoccupazione femminile supera l’80% - al dialogo tra comunità albanese e serba, focalizzandosi sulla creazione di una filiera corta di carne suina che garantisca prodotti di qualità, recuperando le tradizioni locali e prestando particolare attenzione alla sostenibilità ambientale dello sviluppo economico. Finanziato dall’Unione Europea, AWARE è stato implementato a partire dal dicembre 2014 e ha permesso interventi a diversi livelli nel settore suinicolo.
Con il supporto dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Agenzia Veterinaria del Kosovo sono stati organizzati moduli formativi diretti sia alle allevatrici che al personale veterinario locale. Nel frattempo, una serie di interventi strutturali portava alla riqualificazione delle stalle delle socie della cooperativa e alla costruzione di un moderno impianto di macellazione e lavorazione delle carni. Per affrontare la delicata fase di start up di avvio della produzione e l’ingresso sul mercato Kosovaro, EVA ha beneficiato di una serie di scambi con realtà italiane d’eccellenza nel settore suinicolo grazie al supporto della Regione Emilia Romagna e di ERVET.
EVA a Terra Madre
I prodotti di EVA sono un insolito e gustoso mix nato dall’unione tra tradizione kosovara – suxhuk, pleskavica, kulen, lombo, coscia, coppa affumicata – e specialità italiane, quali salsicce, pancetta e ciccioli.
Poche settimane dopo l’avvio della produzione, avvenuto nel maggio 2016, EVA ha preso parte al suo primo evento internazionale esponendo i suoi prodotti a Terra Madre Balcani, organizzata da Slow Food a Tirana.
Ad oggi, nella realtà kosovara, EVA è ben più di una mera attività economica; rappresenta una storia di dialogo, di progetti condivisi, di sogni coltivati per anni e perseguiti con fatica e tenacia. E rappresenta soprattutto un tentativo pionieristico, e quindi coraggioso, di proporre un modello di sviluppo inclusivo per le donne e per la società in generale. Il successo di una tale iniziativa è tutt’altro che scontato, soprattutto qualora si consideri che alla stagnazione che caratterizza l’economia del Kosovo, si aggiungono gli ostacoli che queste donne hanno incontrato per il fatto stesso di essere donne, provenienti da aree rurali e appartenenti a comunità tra cui le tensioni si sono sopite con il passare del tempo ma non sono del tutto scomparse. Di fronte alle sfide che inevitabilmente il futuro riserverà a EVA, vi è la fermezza di chi tra loro osserva serenamente: “Tutto questo fino a qualche anno fa era un sogno, ora non ci resta che andare avanti”.