© Alexandros Michailidis/Shutterstock

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Yerevan si appresta a intraprendere la strada della candidatura formale, ma deve affrontare grosse sfide sul piano economico, politico e di sicurezza. Intervista all’ambasciatore Tigran Balayan, capo della missione dell'Armenia presso l'Unione europea

20/02/2025 -  Federico Baccini Bruxelles

A Bruxelles si è acceso il radar su Yerevan. Dopo la presentazione del progetto di legge da parte del governo armeno al Parlamento nazionale sull’avvio del processo di adesione all’Unione europea, il Paese caucasico ha iniziato formalmente il suo percorso di avvicinamento politico all’Unione. L’Armenia potrà così organizzare un referendum popolare per incaricare il governo di presentare ufficialmente la richiesta di adesione.

Tuttavia, la strada verso Bruxelles non è così semplice. “Dobbiamo rimanere realisti, c'è molto da fare prima di presentare la domanda di adesione all'UE”, ha spiegato in un’intervista l’ambasciatore Tigran Balayan, capo della missione dell'Armenia presso l'Unione europea, parlando delle sfide sul piano economico, politico e della sicurezza, anche considerate le possibili conseguenze per i rapporti con il tradizionale partner russo.

Tigran Balayan

Tigran Balayan

Cosa spinge l'Armenia ad aderire all'UE?

Se si osservano i risultati ottenuti dall'Armenia, si può notare che ogni singolo passo che abbiamo fatto per promuovere la libertà di parola, combattere la corruzione e proteggere i diritti umani è guidato dal desiderio e l’aspirazione a costruire uno Stato europeo – che abbia autorità responsabili, un Parlamento forte, istituzioni funzionanti e un'economia moderna. Questa è l'idea alla base del nostro progetto.

L'anno scorso è stato storico in termini di risultati raggiunti dall'UE e dall'Armenia. Tra questi, il vertice organizzato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il fatto di essere diventati il primo Paese non candidato all’UE a ricevere un Piano di resilienza e crescita e l'avvio del dialogo sulla liberalizzazione dei visti.

Inoltre, abbiamo ricevuto assistenza attraverso il Fondo europeo per la pace e abbiamo firmato e ratificato accordi con Europol ed Eurojust. Uno dei pilastri più importanti della sicurezza regionale è la Missione di osservazione dell'UE al confine tra Armenia e Azerbaigian, che ha portato un senso di stabilità. Il numero di incidenti al confine è diminuito del 95% dall'ottobre 2022, quando gli osservatori sono stati schierati per la prima volta.

Tutto questo processo è iniziato durante il discorso del primo ministro al Parlamento europeo nell'ottobre 2023, quando ha concluso affermando che l'Armenia è pronta ad avvicinarsi all'UE nella misura in cui l'UE lo ritiene possibile.

Come vedono i cittadini armeni questa possibilità?

Secondo gli ultimi sondaggi  pubblicati alla fine del 2024 dall'IRI, il 56% della popolazione è favorevole all'adesione all'UE. Rappresenta un aumento significativo rispetto a due anni fa, quando il sostegno si aggirava intorno al 40-42%.

Quali sono i prossimi passi?

La Costituzione prevede che si debba tenere un referendum prima di presentare la domanda di partecipazione a qualsiasi organizzazione sovranazionale. Ciò significa che abbiamo bisogno di un referendum prima di presentare una domanda di adesione all'UE.

Nel frattempo, dobbiamo diversificare l'economia, costruire nuovi partenariati, aumentare la quota di esportazioni verso l'UE e altri mercati, e ridurre la nostra dipendenza economica ed energetica dai partner tradizionali.

Stiamo negoziando la nuova agenda di partenariato con l'UE, che potrebbe essere finalizzata entro un paio di mesi. Questi documenti coprono quasi tutte le possibili aree di cooperazione, compresa una nuova attenzione alla sicurezza e alla difesa. Consideriamo questa agenda di partenariato come una tabella di marcia per l'obiettivo dell'europeizzazione dell'Armenia.

L'Armenia ha presentato anche un progetto nazionale chiamato “Crossroads of Peace” (crocevia della pace), la visione del governo armeno sul futuro della regione e sul ruolo del Paese come centro di connettività e cooperazione. Questo progetto ha ricevuto un riscontro positivo da parte della Commissione e degli Stati membri e speriamo di vederlo incluso nell'iniziativa Global Gateway.

Che impatto ha la richiesta di adesione dell'Armenia all'UE sulle sue relazioni con la Russia?

Il ministro degli Esteri dell'Armenia si è recato a Mosca per una conversazione molto aperta sulle nostre azioni e motivazioni.

Come Paese sovrano, l’Armenia ha abbandonato la tradizione di mettere da parte i propri interessi nazionali in cambio di garanzie di sicurezza. Oggi il nostro interesse nazionale consiste nell'avvicinarci all'UE.

Il nostro compito di diplomatici è quello di minimizzare ogni potenziale impatto negativo che potrebbe derivare da azioni intraprese dalla Russia o da altri Paesi della regione. Non nascondiamo la nostra agenda, la discutiamo apertamente e lavoriamo per spiegare a tutti i nostri partner - Russia compresa – ciò che spinge i nostri obiettivi.

In questo discorso rientra anche l'adozione di sanzioni contro la Russia?

Gli scambi commerciali dell'Armenia con altri partner sono molto trasparenti e non vogliamo diventare il bersaglio di sanzioni secondarie. Stiamo agendo sulla base di queste convinzioni.

L'Armenia ha congelato la sua adesione all'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO). Il Paese è pronto a proseguire su questa strada di riallineamento strategico?

Dopo che la CSTO non ha rilasciato nemmeno una dichiarazione politica quando l'Armenia è stata attaccata nel 2022, non solo la credibilità dell'organizzazione ma anche la sua essenza e il suo scopo sono crollati. Ecco perché abbiamo superato il punto di non ritorno. Non vediamo alcuna possibilità di tornare come membri a pieno titolo nel prossimo futuro.

Congelare la nostra adesione significa non solo ritirare i nostri rappresentanti dagli organi dell'organizzazione ma anche rifiutare di pagare la quota di adesione per il secondo anno consecutivo.

Questo significa che potrebbe esserci un ritiro dell’Armenia dall’organizzazione?

Potrebbe accadere, ma dipende dalle circostanze. Per il momento non ci sentiamo vincolati dalle decisioni di questa organizzazione, perché non partecipiamo al processo decisionale e non firmiamo le decisioni a nessun livello. Il ritiro è una questione tecnica: potrebbe accadere, ma è una questione giuridica.

In ogni caso, l'adesione formale non ha impedito di ricevere assistenza attraverso il Fondo europeo per la pace, né di costruire relazioni di difesa con i principali membri della NATO, tra cui Stati Uniti, Germania e Francia. Non credo che questa adesione formale sarà un impedimento per altre azioni future sulla strada europea.

Quando pensa che l'Armenia diventerà un Paese candidato all'UE?

Non fissiamo scadenze, perché dipendono non solo dall'Armenia ma anche dagli Stati membri. Quello che so per certo è che, a prescindere dai tempi di presentazione della domanda, abbiamo molto lavoro da fare. Siamo concentrati a fare proprio questo.