Il cessate il fuoco in Nagorno Karabakh firmato tra Armenia, Azerbaijan e Russia il 9 novembre scorso ha stabilito che l'Armenia deve cedere anche la regione del Kelbajar. In quel territorio si trova un’importante miniera d’oro ora divisa dal confine: una parte si trova in Azerbaijan, l'altra in Armenia.
Odio, bullismo, minacce e insulti. La nostra corrispondente Arzu Geybullayeva nelle ultime settimane è stata esposta a una serie ripetuta di attacchi sui social media. Il motivo è semplice, ha deciso di schierarsi per la pace durante la recente guerra in Nagorno Karabakh
Un incontro di approfondimento dedicato al Nagorno Karabakh. Quali sono le cause del conflitto e cosa accadrà dopo l'accordo tra Armenia e Azerbaigian che ha sancito la fine dei combattimenti, quale il ruolo della comunità internazionale?
Se ne è discusso in questo workshop organizzato dal Forum Trentino per la Pace e i diritti umani, e da OBC Transeuropa.
L'accordo sottoscritto da Armenia e Azerbaijan lo scorso 10 novembre sul Karabakh potrebbe rivelarsi fragile e insostenibile. Mosca potrebbe aver bisogno del sostegno internazionale per farlo funzionare
Sul tavolo dei negoziati per risolvere il conflitto del Nagorno Karabakh nell'ultimo quarto di secolo più volte si è arrivati vicini a quella che pare la soluzione attuale. Ma la diplomazia ha colpevolmente fallito ed i fautori della guerra hanno sacrificato cinicamente un gran numero di vite umane
Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev hanno sottoscritto un accordo per bloccare la guerra in Nagorno Karabakh. La firma arriva dopo l'avanzata delle truppe dell'Azerbaijan che, dopo avere conquistato nelle ultime ore la città di Shusha, erano arrivate a pochi chilometri da Sepanakert, capitale dell'autoproclamato stato del Nagorno Karabakh.
Da quando a fine settembre sono iniziati i combattimenti con l'Armenia, il governo dell'Azerbaijan ha fortemente limitato, quando non persino sospeso, l'accesso a internet. Restrizioni che non riguardano i media filo-governativi
In questo primo mese di conflitto l'UE ha evitato accuratamente di assumere posizioni politiche significative procedendo lungo una linea di neutralità, che la caratterizza dagli anni Duemila, non senza contraddizioni. Più netto l'atteggiamento contro il sostegno turco all'Azerbaijan
"Lutti e dolori nel Caucaso sono esclusivi - afferma l'autore di questo commento - servono a plasmare l'identità di un popolo. E passano attraverso la negazione dell'altro, il diverso, il nemico con la cancellazione di ogni sua traccia e l'estirpazione della memoria"
Armenia e Azerbaijan sono paesi dove il mondo del pacifismo ha sempre cercato di agire in punta di piedi, nel timore di aggressioni e strumentalizzazione. È stato giusto così?
Un nuovo accordo per una tregua umanitaria nella zona di conflitto del Nagorno Karabakh è entrato in vigore oggi alle 07.00, ora di Mosca.
Sempre più spesso emergono indizi che fanno pensare a crimini di guerra in Nagorno Karabakh. Recentemente un video - ritenuto da più fonti corrispondente al vero - ritrae la terribile esecuzione di due prigionieri armeni da parte delle forze azere. Intanto continuano, da entrambe le parti, i bombardamenti sui civili
Armenia e Azerbaijan sul Nagorno Karabakh devono accettare la soluzione sconfitta-sconfitta. Altrimenti tutti perderanno molto di più di quanto avessero potuto mai immaginare
Armi serbe sono state utilizzate nei recenti scontri tra Azerbaijan e Armenia in Nagorno Karabakh. Baku intima a Belgrado di smettere di vendere armi all'Armenia e, nella vicenda, emerge il nome di un trafficante d'armi sotto sanzioni Usa
Nonostante sia per ora poco visibile il ruolo di Mosca nel conflitto in Nagorno Karabakh, per l'autore di questo commento vale sempre un vecchio adagio che riadattato all'attuale situazione suona "Non si muove foglia che Mosca non voglia"
Le ragioni di lungo periodo del conflitto in Nagorno Karabakh sono ormai note. Ma cosa ha causato un intervento militare così esteso come quello che stiamo osservando in questi giorni ad oltre 25 anni dal cessate-il-fuoco? E cosa si può e dovrebbe fare ora? Un'analisi
Tradizionalmente alleata dell'Azerbaijan e ostile all'Armenia, con il riacutizzarsi dei combattimenti in Nagorno Karabakh la Turchia sta assumendo un ruolo sempre più attivo nel conflitto, con un occhio alla sua politica regionale e il rischio di nuovi scontri con la Russia
In Azerbaijan il trauma sul Nagorno Karabakh è fondante dell'identità nazionale, alimenta la guerra e zittisce le voci di pace. Ma chi la pace la vuole, non importa quanto sia difficile, deve provare compassione e accettare il trauma rimanendo fedele ai propri principi
Diciassette associazioni della società civile georgiana hanno pubblicato un "Manifesto della pace " invitando il governo georgiano a rimanere neutrale nel conflitto. Hanno esortato il proprio governo a compiere sforzi umanitari e di altro tipo per aiutare i civili in difficoltà.
Amare la propria patria significa sostenere la guerra? Stare zitti sulla violazione dei diritti umani? Non denunciare il sacrificio di decine di vite umane? Un commento sul conflitto tra Armenia ed Azerbaijan
Registrazione dell'evento organizzato il 30 settembre 2020 da ISPI sulla recente recrudescenza del conflitto in Nagorno-Karabakh. Esperti d'area tra cui il nostro ricercatore Giorgio Comai analizzano le cause del conflitto, le possibili soluzioni e il ruolo degli attori regionali e internazionali, in primis Russia, Turchia e UE
In Georgia vi sono comunità sia armene che azere che sono state profondamente colpite dalle nuove ostilità in Nagorno-Karabakh
In diretta ai microfoni di Radio Città Fujiko, Giorgio Comai di OBCT ha delineato la questione del Nagorno Karabakh dal crollo dell'Unione Sovietica ai tragici giorni di guerra di oggi (30 settembre 2020)
Tra Armenia ed Azerbaijan è conflitto armato lungo il confine dell’autoproclamata repubblica del Nagorno Karabakh. Quali le cause e gli interessi esterni coinvolti nell'analisi di Giorgio Comai di OBCT in onda su Radio Onda d'Urto (28 settembre 2020)
È di nuovo conflitto aperto tra Armenia ed Azerbaijan lungo la linea di contatto che divide l’Azerbaijan dall’autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh. Sono tutt'ora in atto scontri armati che vedono coinvolti mezzi pesanti, fanteria e artiglieria.
Dalla mattina del 27 settembre è di nuovo scontro armato tra Armenia e Azerbaijan lungo la linea di contatto tra quest'ultimo e l’autoproclamata repubblica del Nagorno Karabakh. Già decine i morti tra i quali alcuni civili. In diretta a Rai Radio3 Mondo, Giorgio Comai di OBCT (28 settembre 2020)
Un anno e mezzo dopo il cessate il fuoco Azerbaijan e Armenia hanno ripreso il conflitto armato. Secondo gli esperti si tratta della peggiore escalation di sempre. Gli appelli internazionali rimangono inascoltati mentre le parti in conflitto si accusano reciprocamente
A partire da domenica scontro armato con morti e feriti al confine tra Armenia e Azerbaijan. Entrambi i paesi si accusano di aver avviato le ostilità
Il 14 aprile scorso si è votato in Nagorno Karabakh per il secondo turno delle presidenziali. L’ex primo ministro Arayik Harutyunyan, sarà il nuovo presidente de facto. Il voto non è riconosciuto fuori dai confini dell’Armenia ed è ritenuto illegale dal vicino Azerbaijan
Nonostante la pandemia di coronavirus, le autorità de facto del Nagorno Karabakh hanno deciso di andare al voto il 31 marzo per le elezioni parlamentari e presidenziali. Il Covid 19 non è riuscito - del resto - a fermare nemmeno la guerra