Il ventunesimo secolo ha visto superare le fratture generate nel ventesimo da guerre sia combattute che fredde lungo il cosiddetto confine orientale, un luogo dove per decenni le condizioni di vita sono state tra le più complicate d’Europa. E così ecco Gorizia e Nova Gorica proclamate Capitale europea della cultura a simboleggiare un nuovo muro che cade.
Questo libro, scritto da chi ha subìto come profuga le guerre balcaniche degli anni Novanta, vuole fare luce sulla gente che vive lungo quel confine simbolico e mobile, perché più volte spostato nel corso dello svolgersi della storia umana. Una frontiera il cui significato cambia a seconda di dove si diano le spalle. Perché spostandosi al di là di questa linea immaginaria e politica, come d’incanto il confine orientale diventa occidentale. Cambiano i punti di vista. Cambiano le pretese. Cambiano le opinioni. Cambia, all’improvviso, la Storia.
Bošnjak Monai Diana è nata a Sarajevo nel 1970. Si è diplomata al liceo scientifico a Sarajevo e laureata in Architettura a Zagabria. Profuga delle guerre balcaniche, nel 2000 approda a Trieste dopo aver vissuto in Croazia e in Slovenia. Poliglotta e artista poliedrica, vive e lavora a Trieste e usa l’italiano come lingua franca. Da più di trent’anni espone i suoi lavori pittorici in mostre personali e collettive in Italia e all’estero e ha illustrato diversi libri. Oltre a partecipare ad alcune antologie, ha pubblicato: Mondi paralleli (Giovane Holden Edizioni, 2013), Balkanostalgia (Besa Muci Editore, 2016), Arcipelago Gulasch (con Bolognini, Comisso e Zaves, Talos Edizioni 2017), Da Sarajevo con amore. Diario dall’assedio (con Kalezić, Besa Muci Editore, 2017), A te, che hai guardato muta (Besa Muci Editore, 2019), Dio è uno solo. Sarajevo Requiem (Besa Muci Editore, 2022).