Ho apprezzato molto di più quest'articolo rispetto all'intervista a Slavenka Drakulić. L'intervista della Drakulic non diceva nulla di nuovo (se non accendere una luce sui "peparativi" dei nazionalisti tra il 1986 e il 1991 alla guerra), quest'intervista alla Ivekovic invece fornisce un'analisi lucidissima sui crolli dei muri, sulla Jugoslavia, sulle responsabilità europee, sulla globalizzazione e la società che questa esprime.