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Ciao Casimiro, sono d'accordo con te sulle considerazioni sugli "stupri etnici", ma non posso essere d'accordo con il tuo giudizio sul film, né tanto meno con le tue aspettative. Il punto di forza di questo film secondo me sta proprio nella sua delicatezza, e delicato non vuol dire debole: ci sono momenti di fortissima denuncia, ci sono messaggi durissimi nei confronti della società bosniaca di oggi, soltanto che (per fortuna) sono ben nascosti all'interno del racconto. È una storia scritta da una donna bosniaca su una vicenda di donne bosniache: troppo facile aspettarsi qualcosa come "un urlo liberatorio". Si tratta della vicenda di una donna di Sarajevo, non la nostra: sono temi molto difficili da affrontare senza ferire le persone che ne sono state vittime davvero. Questo film ci parla degli stupri etnici, a mio avviso, in maniera perfettamente "pulita": non cerca l'approvazione del pubblico (occidentale) affrontando questi temi in maniera diretta. Torno a ripetere che sono storie che appartengono a loro, alle donne bosniache, e questo film racconta come una donna bosniaca le vive; è assolutamente normale che una madre cerchi di nascondere alla figlia il fatto che è stata concepita da un cetnico, non ci vedo niente di strano (sarebbe non-realistico il contrario). Da qui (al di qua dell'Adriatico) è facile - e anche giusto - denunciare apertamente questi fatti; in Bosnia invece bisogna tener conto della sensibilità delle persone che ne sono state colpite, sarebbe stata un