milica
(12/04/2013 12:15)
Andrić non si considerava serbo.
Era un jugoslavo convinto.
Nel '800 e all'inizio del secolo il movimento pro-jugoslavo era importane anche in Croazia, e ancora di più in Bosnia.
L'ex Jugoslavia non si è formata per un capriccio serbo.
C'era l'idea di panslavismo, importante durante l'assimilazione austroungarica.
Andrić faceva parte della "Giovane Bosnia", l'organizzazione responsabile per l'assassinio di Francesco Ferdinando a Sarajevo.
Subito dopo l'atentato venne arrestato dalla polizia austriaca a Spalato, e imprigionato prima a Sebenico e in seguito a Maribor, dove rimase fino al marzo del 1915.
Dall 1939 era l'ambasciatore molto importante del regno jugoslavo a Berlino, fino alla dichiarazione di guerra.
Dopo si ritira a Belgrado, scrivendo le sue opere più importanti nel dialetto ekaviano, usato solo in Serbia, non materno a lui. Non scriveva nel ijekaviano, di solito usato in Croazia e Bosnia.
Andrić non era un serbo, però scriveva in serbo.
Fa parte della letteratura serba!