della Jugoslavija, in gran parte croate e slovene, non è stata ancora concessa la giusta memoria. Io sono d'accordo nel ricordare le vittime innocenti uccise dai partigiani di Tito, di qualsiasi nazionalità, ma non è questo il punto del mio discorso. Non mi sembra di essermi mai opposto al tentativo di rendere loro la giusta memoria che meritano. Ma ripeto, quello che io contesto è il continuo tentativo di parificare i fenomeni nel loro complesso, cercando continuamente di confondere tra aggressori e aggrediti. E la storia ci insegna che in Istria e Dalmazia gli aggressori furono i fascisti italiani, non i croati o gli sloveni, così come nel resto della Jugoslavija gli aggressori e i genocidi furono gli ustaša croati, non i serbi. Dopodichè, se partiamo tutti da questo punto condiviso e indiscutibile, possiamo certamente e, anzi, doverosamente, rendere omaggio anche alle vittime italiane innocenti uccise dai partigiani croati e sloveni e alle vittime innocenti croate e musulmane uccise dai cetnici serbi. Ma non dobbiamo mai dimenticare da chi e da cosa ebbe inizio tutto il macello che seguì.