Verrebbe da dire con Amleto:"Vergogna dov'è il tuo rossore?". In un precedente articolo della stessa autrice apparso su questo sito in data 8 luglio, era chiaro che i fondi europei erano divenuti oggetto d'interesse di persone corrotte e senza scrupoli. La posizione della Commissione, quindi, non sorprende, anzi. Il problema è: che fare con chi non ha colpa ed è l'anello debole della catena? Quei pochi (o pochissimi ma poco importa) che non fanno parte del "gruppo di potere", della cerchia che beneficia di ingenti risprse finanziarie; insomma, gli esclusi di sempre che vedevano -magari - nella UE quel cambio di "abitudini" nella politica di quel paese. Che certezza c'è del diritto? I colpevoli -peraltro individuati - saranno condannati da quello stesso sistema definito corrotto oppure -cosa probabile- la faranno franca? Può la UE, solo con lo strumento finanziario, raddrizzare la schiena ad un gruppo - anche se ridotto - di malfattori che, oltre a commettere illeciti, impoveriscono ancor più la loro gente? Temo che questa misura anti-corruzione, sebbene dovuta, non sia né sufficiente né "giusta", visto che finirà per colpire i più deboli, come i diversi embarghi della storia insegnano. Mi auguro che quanto prima si possano avere ulteriori strumenti per intervenire e sanzionare direttamente coloro che commettono dei reati finanziari contro la UE; si tutelerebbe meglio l'Uione ed i suoi cittadini, in particolare in quei paesi ove la giustizia è spesso pigra ed inaffidabile.