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Visto da Trieste, visto da Bari

Come può essere differente lo sguardo italiano sui Balcani a seconda se sia di un triestino o di un barese; non parliamo poi quando a guardare è un italiano di quell'Italia distratta, che pensa che i Balcani siano solo un fastidio, che vorrebbe essere "renana" o "atlantica". Comunque, tornando a Rumiz: con tutto il rispetto per la storia terribile della Venezia Giulia, della Dalmazia, di Trieste, delle foibe, dei crimini italiani contro gli slavi e dei crimini slavi contro gli italiani, penso che la relazione tra le due sponde dell'Adriatico non si esaurisca nella questione del "confine orientale". Potremmo usare anche noi, dal Sud, la storia come una clava: perché non mettere sul piatto i morti di Otranto 1480 (in fondo i serbi stanno lì a baloccarsi con Kosovo Polje e il principe Lazar, 1389)? E magari gli albanesi rinfacciarci l'orrore, assai più recente, dello stadio-lager di Bari (1991). Invece noi ci siamo riconosciuti come dirimpettai, e andiamo avanti. Rumiz ci informa che Trieste, Capodistria e Fiume "non fanno sistema"; bene, io vi informo che Bari è diventato il primo porto dell'Adriatico per movimento complessivo (merci, veicoli e passegeri) e con Bar e Durazzo si punta (Montenegro e Albania non sono mica come la Slovenia e la Croazia, quanto a legislazione e infrastrutture) proprio a far sistema
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