Alessandro
(10/02/2005 16:18)
Il signor Scotti dimostra senz'altro di essere una persona molto ben documentata sui fatti di cui parla ma, ahime, anche lui sembra partire dalle sue ostinate opinioni che tenta di suffragare con numeri e cifre. C'e' una macabra ed isterica mania, da parte di tutte le parti in causa, nel voler sfruttare a proprio favore cifre che riguardano innocenti morti senza nessuna ragione. Questo sembra implicitamente fare anche Sotti, che ci tiene a far sapere quanti pochi fossero i morti delle foibe (o gli esuli istro-dalmati) rispetto ai quelli pretesi dalla destra italiana , in un rivoltante ed infinito botta e risposta tra l'una e l'altra parte. Personalmente credo che il giorno della memoria sia stato strumentalizzato sia da persone come quelle tra il pubblico della sala Tripcovich descritto da Scotti, sia da quanti (come Scotti) questo giorno della memoria sotto sotto non l'avrebbero mai voluto vivere e che il 10 febbraio si sono infatti sentiti « profondamente avviliti ».
Ricordare i morti delle foibe non significa denigrare il ricordo delle genti croate e slovene che hanno sofferto durante la seconda guerra mondiale, e d'altra parte e' offensivo pensare che chi celebra il giorno della memoria sia realmente convinto che "tutti gli italiani vittime, solo Croati e Sloveni sono stati i carnefici."