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a luigi

L'analogia non era tra Cubrilovic e le foibe, ma tra il silenzio "comodo" sulle seconde e quello stesso che tu proponi per il primo. Conta la concezione, non la gravità del male, non so se mi capisci. E' un vizietto nostrano (ma non solo) che ripudio. Non credo proprio che le cause di simili problemi si possano rimuovere tacendo (possiamo allargare il discorso sulla defascistizzazione non ultimata in questo paese, che porta qc. a scherzare addirittura sul Pelatone non tanto cattivo, anzi dispensatore di villeggiature gratis, ahinoi!); includiamo pure le nefandezze nostrane in Africa, quelle francesi in Algeria ecc. ecc. Attualizzando il discorso, io credo che l'attuale Serbia (o meglio le jugoslave disgrazie) sia ancora figlia della seconda metà degli '80; forse hai ragione, basterebbe il Memorandum SANU '86; sono comunque dell'avviso che bisogna andare alla radice del problema. Tolto Slobo e i suoi pupazzi ben poco è effettivamente cambiato, tanta gente è rimasta al proprio posto, l'argomento Kosovo è usato molto volentieri per irrigidirsi su posizioni assurde e intanto blocca ogni evoluzione positiva in Serbia, dove comunque l'alto astensionismo sulla costituzione è stato un dato molto incoraggiante (lettura: la gente è meno nazionalista di quanto la si dipinge). E allora, se in Serbia è chiaro a tutti (politici compresi) ciò che sarà del Kosovo, come mai i politici che ne parlano apertamente non vanno oltre l'1%? Come mai la Serbia si mette a minacciare