Jessica Cassan
(19/05/2010 15:30)
Innanzitutto vorrei partire dal fatto che, oggio giorno, a Pristina, presso il teatro, ancora vi sono cartelli che vietano l'entrata a suddetto posto "ai cani e ai serbi'.. Il che, sinceramente, mi sembra al quanto razzista, xenofobo, di parte, e per niente invisibile.. per quanto "non visto" da molti.. Locali o Internazionali che siano.
Secondo, non vi sono "kosovari serbi". O vi sono Kosovari (Albanesi) o Serbi. Che poi abitino in Kosovo e Metohija, che e' una regione serba, non significa siano identificabili come Kosovoari.
Terzo, il fatto che tale corrispondenza sia stata presentata alla fiera del libro a Lipsia, con pure discreto successo, e con tanto di seguito teatrale.. Beh, una qualche domanda me la pone. Innanzitutto mi fa domandare, quanto "di parte" o meno sia quest'opera. Secondo, non puo' non mettere in discussione la mia idea sulla visione che ne hanno in Germania di quanto e' o e' successo in queste zone, prima, dopo e durante questi ultimi anni.
Il perche' poi, si sia deciso di prendere un piatto tipicamente italiano, la pizza, per farne lo stendardo di una argomento tanto delicato quanto poco italiano (visto che di italiani nella corrispondenza non ve ne erano alcuni) non si capisce. E il "refrain" della pizza Pristina, diventata UNMIK, poco regge, secondo me, di fronte a quanto proposto nel testo.
I "mondi paralleli" menzionati come "pars vivendi" della parte sud del Kosovo, non esistono. Esistono al Nord del paese, dove, tanto per non sbagliarsi, nemmeno si fermano per prenderlo un caffe' per paura di ricevere una raffica di insulti dai primi quattro passanti in cerca di tranquillita'.
Su quanto viene dopo, di cose da ridire ce ne sono. Innanzitutto, parlare di un libro e perdersi in stereotipi quali "gli internazionali mangiano troppo", non ha davvero senso. Gli Internazionali mangiano tanto quanto ogni qualsiasi essere umano. La differenza e' che tutti si fanno "i fatti" degli internazionali e non dei vicini, che. di certo, denutriti non lo sono. Che poi vadano con le prostitute o siano omossessuali, che cosa centra con quanto rappresentano non capisco.. Gli uomini che vanno a prostitute esistono fin dalla notte dei tempi. Basti pensare al numero di prostitute ingaggiate ad ogni mondiale di calcio (vedi Sud Africa 2010..si parla di decine di migliaia di donne..) Sulle tendenze sessuali di chi lavora: il solo fatto che in un libro che vuole considerarsi brillante, ci si soffermi ancora su certi argomenti quali l'essere o meno omosessuali.. la dice lunga sulla lungimiranza e del suo autore e del suo popolo. Ma soffermiamoci sul primo, visto che il secondo ne fa solo da sfondo. E in molti casi, non ne ha colpa.
Che gli internazionali siano causa di incidenti.. anche qui, se ne potrebbero dire per ore.. In Pristina il codice della strada sembra un opera mai scritta. Si parcheggia ovunque, e solo perche' vi sono ad oggi "quattro" parcheggi a pagamento senza cemento, con le buche in cui ci si entra con mezza gamba, non significa sicurezza nelle strade e rispetto. Le auto bianche sono piu' grandi per questioni di viaggio , dal momento che in molte si fanno dalle 4 alle 6 ore di spostamenti al giorno su terreni di tutti i tipi.
Di cosa ne pensino gli Internazionali dei locali, anche qui.. farne di tutta l erba un fascio, non solo non ha nessun senso, ma nemmeno e' un'azione "sana" e corretta, dal momento che in quanto internazionali, presentano punti di vista di diverse nazioni. Dall'Asia alla Germania, le percezioni non sono nemmeno parenti, eppure qui, sono ammucchiate tutte insieme in un tripudio di negativita' che in gran parte non solo non esiste, ma nemmeno accomuna gruppi di persone o status sociale.
Che i locali siano infastiditi dalle paghe degli altri, sposta il tutto sulla dimensione economica, evidenziando senza margine di errore, come, quanto piu' caro e invidiato dal locali sia proprio "il soldo" in tasca e non lo sviluppo in se. Sviluppo che, attraversando il Kosovo, si nota anche ad occhi chiusi, soprattutto se arrivando dai paesi confinandi di Bosnia o nord Kosovo, dove ancora tutto sa di guerra e di case bruciate. E' ovvio cmq che un internazionale prenda di piu' di un locale, dovendo lasciare alle sue spalle moglie e figli per andare a controllare montagne coperte di neve per ore e ore.. In ogni caso, un locale affiliato agli internazionali (che sono molti, e sono chiamati Local Contracted) percepisce una paga di 1.300 o 1.400 euro, mentre un internazionale sui 3.000. Non venti volte superiore. Forse 10 volte superiore ad uno stipendio medio di lavoratore dipendende. Quello si. Ma non 20 volte comunque.
Che la minoranza (serbi prima e internazionali oggi) guidino la maggioranza (albanese) anche non e' vero, visto che in Kosovo allora, tante cose funzionano proprio perche' i secondi hanno insegnato molte cose e hanno portato i mezzi (soldi!!!!) per farlo. I primi, i serbi, prima guidavano perche' regione serba, ma con ampia autonomia alla lingua albanese e religione musulmana. Oggi, vivonon in enclavi mezzi barricati di notte per paura di prenderle e senza neanche una chiesa rimasta in piedi perche risparmiata dalla fiamme albanesi (quelle rimaste e i monasteri sono presidiati dai contingenti italiani che in questi anno hanno pianto gia' ben 25 giovani vite perse per proteggere questi siti religiosi).
Sull'eulex e la sua supremazia, si possono benissimo riprendere molte cose qui sopra. Per cui non ritorno sui miei passi.
Che poi, tutto quanto sia stato fatto: "hanno messo ordine e hanno creato le istituzioni base del governo. Sono stati molto attivi e hanno contribuito in molti sensi al processo di democratizzazione e al rispetto dei diritti umani, ad esempio monitorando e organizzando le elezioni. Con la loro presenza hanno poi creato molti posti di lavoro" venga subito dopo ri-deriso da frasi quali: "Rimarranno molte cose: la polvere delle jeep bianche, i ristoranti da loro frequentati vuoti, molti giovani disoccupati", fa capire che allora, non ci siamo proprio. La conclusione con ritorno "alla sfera internazionale" pure non centra niente..
Prima di chiudere aggiungo solamente che, la presenza in lingua serba del presente articolo sarebbe molto apprezzata.