Monsieur Cassel
(17/01/2011 12:15)
Nelle guerre balcaniche del 1912-13 i serbi non hanno mai invaso l'Albania, ma il Kosovo, che era già Serbia prima degli ottomani e che era un vilayet a maggioranza slava anche sotto gli Ottomani (se non erro il vilayet era pure esteso oltre i confini dell'attuale Kosovo). Nel 1918-24 in Italia gli squadristi davano alle fiamme la Casa della Cultura slava di Trieste, i ragazzini fascisti canticchiavano "la foiba de Pisin", Mussolini a Pula diceva che "si potevano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 Italiani", in Valle d'Aosta, Sudtirolo e Istria erano vietati francese, tedesco, slavo e cambiati nomi e toponimi; in Germania Hitler scriveva il Mein Kampf e mica c'erano scuole in polacco e soarbo nell'est; in Irlanda gli inglesi mandavano i black & tans perfino negli stadi a mitragliare spettatori e calciatori; la Romania non era proprio un modello di tutela delle minoranze; in Spagna con Franco anche baschi e catalani non se la spassavano; e tu ti lamenti perché Karadjordjevic non apriva scuole in albanese?! Scusa ma sei un pochino ingenua. Karadjordjevic era un dittatore... ma dai! Non era né il primo né il peggiore in quegli anni. Poi scusa, l'Albania degli anni 20-30 cos'era? Non era pure un regime poliziesco? Che diritti avevano gli slavi nel nord dell'Albania? A me risulta che negli anni 30 il regime albanese confiscò le scuole cattoliche che nel nord erano gestite da religiosi italiani. Do you remember Fan Noli? Nel secondo dopoguerra la Jugoslavia è stata l'unica in Europa a non espellere e a dare la cittadinanza alle minoranze appertenenti ai Paesi occupanti. Mentre Polonia e Cecoslovacchia espellevano 3 milioni di persone a testa la Jugoslavia oltre a tenersi i suoi s'è pure accollata altri 100.000 coloni albanesi inviati con l'occupazione del 1941-45. E ad altri 6.000 Rankovic ha dato asilo politico negli anni seguenti. Cattivissimi sti serbi, ahò! Non mi piace addentrarmi in questa discussione simil-leghista, ma con i soldi dei cittadini della ricca Vojvodina serba ci costruivano strade nella povera Lika croata e nella Dalmazia interna; se i kosovari hanno potuto mantenere per decenni famiglie di 15 persone devono ringraziare (anche) i contribuenti di Novi Sad e Belgrado.