concordo pienamente con le ragioni sottoscritte dall'on.le Amato e dagli altri autorevoli esponenti.
Lasciare nel limbo il Kosovo, indipendentemente dall'appartenenza etnica, significa alimentare i risentimenti di coloro che giudicano i risultati della liberazione una nuova schiavitù. Tra questi soprattutto i professori universitari che si vedono bloccati nelle loro relazioni con l'estero, specialmene con l'Italia: prima a soccorrere i kosovari, ultima a volerli liberare dal ghetto.