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per andefalc (2di5)

A me fa piacere che la sua permanenza nei balcani è riuscita a farla maturare o comunque a farla ragionare in modo diverso dai suoi coetanei che rinchiusi nella loro relatività mentale e conoscitiva relazionano ogni evento al loro microcosmo, ma le potrei dire con fermezza, che per capire bene i balcani bisogna fare l'inverso di quello che lei ha imparato, perché la "visione ad ampio spettro" non funziona in una realtà, quale quella dei balcani, in cui ogni villaggio, o persona ha una propria storia e dei propri rancori o gioie, e la visione ad ampio spettro non si addice minimamente a questa quotidianità.Come lei ben sa, nei balcani, gli episodi di 60 anni fa sono ancora vivi e presenti anche nelle generazioni più tenere...Cioè per capirci nei balcani bisogna sapere anche dei cavilli.Sul fatto del non giudicare "chi ha lanciato la prima pietra" condivido pienamente.Poi, quando lei fa i due esempi estremi, mi dispiace dirglielo, ma fa molta confusione che si concretizza con il tema principale del suo discorso ovvero "incomunicabilità":Che i bulgari ci riconoscano come tali, è un fatto storico-politico che nulla a che fare con il caso Mitrova che è un misero gossip attuale.I due fatti sono sistematicamente errati che non hanno nessuna relazione con loro, se non per l'astio che la bulgaria cova ai danni della Macedonia