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a Jovanka

RADENKO
tratto da "Nema Problema - Racconti dai Balcani" (EGA 2003)

" I vecchi, quando accarezzano, hanno paura di far troppo male"
(Fabrizio De Andre')

" Zdravo*, ragazzo mio. Come no? Vieni, siediti pure accanto a me su questa pietra fresca. Si', c'e' parecchia gente oggi. No, nessun problema, non credo. Facciamo parte del monumento. Gia', vedi, Knez Mihajilo** e il suo cavallo hanno visto passare la storia degli ultimi due secoli, figuriamoci...Jebi ga, ragazzo. Come non hai voglia di bere? No. Per me non e' un giorno particolare da festeggiare. Io festeggio ogni giorno in piu'che Dio mi concede. Come sarebbe a dire che non sono mica morto?! Vedi, ragazzo, ti diro'un segreto. Io sono morto il 4 maggio 1980***. Ho viaggiato poi in treno con Lui, come Lui morto, a ricevere il saluto e le lacrime di tutti i popoli del Popolo intero. Le vedi le bandiere, ragazzo? La vedi la bandiera blubiancorossa con la stella? Era la Sua bandiera, ragazzo, la mia. La nostra.
Porci! Sentili i bastardi. U picku materinu****. Cantano il Nostro Inno, i porci. Che Iddio maledica loro, i loro figli e secchi il loro seme. Ascolta ragazzo, ascolta bene e dimmi se non ho ragione.
"Deh, Slavi! E' ancora vivo lo Spirito dei vostri nonni e lo sara' finche' battera' il cuore dei loro figlii. Vive, vive lo Spirito Slavo e vivra' nei secoli".
Sono nato in Serbia, ragazzo, a Valjevo, in terra cetnika e monarchica. Mio padre era Sloveno, di Novo Mesto e mia madre di Tuzla, in Bosnia. Uno era cattolico, figlio di un Croato e di una Ungherese della Vojvodina, figlia di una Montenegrina musulmana e di un Albanese della Macedonia era invece mia madre. Cosa dici? Che ti sto' prendendo per il culo? Sicuro di non voler bere, ragazzo? Beh, forse non era proprio cosi', o forse si. Cosa vuoi, e' passato tanto tempo ed oramai non ha piu' importanza. Tutti noi eravamo solo letame, concime di guerra per raccolti che ingrassavano gli stranieri. Lui, Broz Tito, ha fatto nascere una Bandiera, un Popolo. Taci e ascolta...
"Vanamente ci minacciano gli abissi infernali e vanamente ci minaccia il fuoco del fulmine. Che cada pure su di noi la tempesta che tutto distrugge, che si spezzino le pietre, che si scuotano pure le profondita' della terra, noi resteremo in piedi, saldi come le rocce".
Idioti. Cantano l'Inno per colui che ha distrutto e per protestare contro altri mercenari come lui che l'hanno venduto a giudici che rappresentano altri bottegai. Perche'? Dai, ragazzo. Guarda cosa succede in Bosnia, in Montenegro, Kossovo, in Macedonia. Tutto e' giustificabile per 30 denari. Ora, in queste terre non si pagano le pensioni, il petrolio, il grano o le medicine per gli ospedali senza vendere l'anima. Capisci? Sentili e guardali questi che parlano di Patria, oppure guarda ed ascolta gli altri, i nuovi, quando parlano delle stesse cose. E' la stessa rauca voce di chi sta vivendo con un nodo alla gola e, se guardi bene, simili sono le mani che si agitano a gettare la terra per coprire le nostre ossa.
"Che sia maledetto il traditore della nostra Patria".
Hai capito, ragazzo? Hai sentito come finisce l'Inno? Sai quanti fiumi scorrono nella nostra terra, ragazzo? Il Danubio, la Sava. la Drina, la Tisa, la Morava, il Drim, la Bosna, la Drava, il Vardar, la Moraca...Ogni loro goccia d' acqua ha una storia da raccontare. Ogni leggenda ed ogni mito sono state sempre cantate a queste terre insanguinate da mille battaglie e vendette, a zolle che da queste acque sono inondate e rese fertili. Ogni spiga di grano beve di quell'acqua, ragazzo, ed ogni spiga di grano di ogni zolla di terra diventa pane. Il nostro pane.
Chi e' il traditore della Patria, ragazzo? Chi dobbiamo maledire? Rispondimi. Ti prego, ragazzo, rispondimi. Tu vieni da un'altra terra e forse puoi dare una risposta al cancro che mi mangia la vita.
Ho capito, ragazzo. Non te ne frega niente. Questa notte Slobo e' in viaggio per la terra dei tulipani e tu vuoi sapere solo cosa ne pensa un vecchio. Ziveli*****all'Umanita' intera, ecco cosa ne penso. Ho finito la bottiglia, ragazzo. Come? Me ne vuoi offrire offrire un'altra? Perche' no? Non mi chiedo cosa pensi di me o di quanto ti ho detto. Sono stato bene con te e alla salute tua e della tua famiglia mi berro' un altro litro di Storia. Alla salute vostra e della Jugoslavia".


Fabio Molon


* = Salute
** = Nobile Serbo vincitore dell'Impero Ottomano e fondatore della dinastia
degli Obrenovic
*** = Giorno della morte di Josip Broz detto "Tito"
**** = tipico intercalare eufemisticamente traducibile in: " ritorna da dove sei
uscito"
***** = Alla salute (brindisi)



Belgrado, 29 giugno 2001