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per Jovanka

Ringrazio Jovanka per il suo splendido articolo; l'ho stampato ed inserito nella mia raccolta di cose speciali sulla ex-jugoslavia.
Sono intervenuto molte volte, anche provocatoriamente; mi rendo conto ora che cercavo di leggere proprio cose come queste.
Per me si tratta di un cruciale problema d'identità.
Sono nato e cresciuto in Italia ma allevato da una madre croata.
Lei era molto legata alla sua cultura nazionale ma nel contempo fiera di provenire da uno Stato multietnico e multireligioso.
Ogni sera, anzichè favole, ci raccontava della Bosnia e delle usanze di quel paese, degli eroi serbi, dei montenegrini, degli albanesi, dei bravissimi allevatori della Vojvodina e dei laboriosi agricoltori della Slavonia.
Mi diceva, la Jugoslavia è piccola ma da lì si vede tutto il mondo.
Attraverso i suoi occhi imparai ad amare la storia, la geografia, lo studio delle lingue e delle religioni, perdendomi in un mare di nozioni disparate.
Poi venne la fine e sono rimasto semplicemente muto per anni.
Io credo che il Titoismo, nel bene e nel male, sia stato questo e questo abbia prodotto.
Non mi ritengo un nostalgico, anche perchè non avendo vissuto concretamente in quella situazione sarebbe assurdo che lo fossi, ma credo che le cose cominceranno ad andare meglio nella ex-jugoslavia, quando tutti, indipendentemente dal loro credo politico o religioso avranno il coraggio di confrontarsi col loro passato, che non è così indegno come taluni lo definiscono.
Penso sarebbe una buona idea, istituire dei musei che ricordino la vita nella ex-jugoslavia, gli oggetti quotidiani dalla provenienza culturale così disparata, nella speranza che riemergano dalla memoria immagini positive di quel periodo e gli stranieri, quelli che dei Balcani hanno sempre e solo sentito parlare in un certo modo possano farsene un'idea più ampia.