Non mi torna quasi nulla, mi pare il discorso a tratti del colonizzato a tratti del colonizzatore. Vogliamo costringere un Paese-colonia a produrre più energia del necessario (verde solo su carta, perché è un attentato all’ambiente) per ottenere il permesso di continuare a produrre energia in Italia col carbone, tecnologia preistorica e sporchissima. Andiamo, non sarai così ingenuo da credere che l’accordo tra i 2 governi sia stato paritetico e nell’interesse nazionale montenegrino? E’ stato strategico, si, ma per Djukanovic che ci guadagna come maggiore azionista della Prva Banka e gestore della miniera di Pljevlja che fornirà la centrale di Brindisi, il Montenegro non ci guadagna niente, anzi. Distrugge la principale fonte economica, il turismo (il parco nazionale del lago di Scutari, i canyon della Moraca e della Piva) e non ricava quasi nulla dalla vendita di tutta questa energia che produrrà pur non avendone bisogno. Non sarai così ingenuo da pensare che faranno la Valutazione Ambientale Strategica per le 4 mega centrali nel parco nazionale? Saprai bene che lì bastano poche decine di migliaia di € e ti fanno fare tutto fregandotene dell’ambiente, del resto gli italiani lo fanno in Montenegro apposta perché le direttive UE sull’ambiente qui ancora non ci sono. Il progetto è già sotto il mirino dell’UE. Le grandi opere (le super dighe) servono l’Italia non il MNE. E poi basta sto discorso da anni 20-30 che i balcanici non sono capaci e si devono affidare agli italiani perché sono migliori! Al contrario serve fondere insieme le piccole compagnie di tutti gli Stati balcanici, o almeno quelli di ex Jugoslavia e Albania. Insieme hanno capitali, capacità tecniche e numerose realizzazioni alle spalle, sono loro che possono fare il miglior piano energetico per i Balcani, e non esterni che pensano ai loro piccoli interessi e non a quello della regione.