AleksPG
(06/04/2009 11:13)
Il montenegrino è una variante jekavska della famiglia linguistica del serbo-croato. Molto vicino all'idioma dell'herzegovina (quindi più vicino all'antico slavo, ritrovabile nei testi della chiesa ortodossa, di quanto lo siano le altre varianti dialettali), con influenze dalmato-veneziane, ancora vive in molte locuzioni, la cui fonte sono le Bocche di Cattaro. Tutti dovrebbero sapere che non vi è differenza scientifica alcuna tra lingua e dialetto, la lingua ufficiale viene standardizzata per ragioni politiche (si dice che la differenza tra una lingua ed un dialetto è che la prima ha dietro un esercito, una moneta ed uno stato). Stesso discorso per l'ekavica (serbo di serbia), che è anch'essa una variante della famiglia del serbo-croato, nonchè lingua ufficiale della Repubblica di Serbia. In particolare il montenegrino ha delle peculiarità fonetiche (alcuni fonemi gli sono propri) che giustificherebbero l'introduzione di almeno altre tre nuove lettere nell'alfabeto di Karadzic (nel rispetto del metodo del grande linguista, in cui i simboli dell'alfabeto rappresentano i singoli fonemi della lingua parlata). La negazione dell'esistenza di un determinato idioma ha la stessa ragione della sua standardizzazione e ufficializzazione: politica. Si nega che esista una lingua perchè si nega la legittimità ad esistere di uno stato. Dato che il problema è a monte (legittimità o meno dell'indipendenza del Montenegro) il problema linguistico è a valle, e l'ironia di Martin oziosa