Jasmina
(26/10/2010 16:00)
Il mito fondativo fa parte dell'identità di un popolo, lo dice la parola stessa. L'identità di un popolo (e di un individuo) è un valore di per se, lo (gli) aiuta nei momenti cruciali, li salva oppure li anienta. Cosa significhi per i serbi certo non può essere descritto da una norvegese. Potrebbe essere descritto dai serbi appartenenti alle due Serbie. Quella che scambia Kosovo per Ibiza ed è considerata dai Occidentali moderna e cosmopolita e quella che ci tiene alla sua identità ed è cosniderata nazionalista. In mezzo ci sono un miliardo di sfumature, ma a chi importa conoscerle in Occidente in questo momento. In questo momento importante è raggiungere l'obbiettivo: tranquilizzare la Serbia barattando il Kosovo con l'UE. Quale scelta farà questo popolo, lo vedremo. Se sceglierà ancora una volta "l'impero celeste" rimanendo fedele a se stessa oppure si convertirà al pragmatismo occidentale scegliendo l'UE?
Oppure, riuscirà a mantenere la sua essenza dettata da San Sava: sia il Kosovo che l'UE, cercando una modalità che non metta il proprio mito fondante in contrapossizione con quello degli altri ma che anzi prenda seriamente in considerazione i miti degli altri e la loro storia. Non che debba essere inclusiva per forza, che semplicemente prenda in considerazione il punto di vista altrui.
Una domanda: anche l'Islam lo traterrebe così la prestigiosa studiosa, facendo la gara di competizione alla Monty Python per il Re martire? Curioso come costantemente si cerca di deridere la storia dei serbi. Questo non le fa onore.